L’Università degli studi del Molise, come scritto ieri in anteprima su queste stesse colonne, con ogni probabilità aprirà una sede a Venafro. Come specificato, ciò non significa ovviamente che in città sarà organizzato un corso di studi bensì che l’Ateneo aprirà una propria Rappresentanza e un centro studi. In ogni caso, Unimol si è vista costretta a precisare ulteriormente che «sarà sottoposta all’eventuale approvazione degli organi di governo (dell’Ateneo, ndr) la costituzione di un centro studi sui temi del coding e del pensiero computazionale da allocare in alcuni vani della palazzina Liberty di Venafro, cosi come proposto all’Università del Molise da una delibera di giunta del Comune di Venafro».
A scanso di equivoci, pertanto, è stato sottolineato come ad esempio un punto informativo e di rappresentanza sia già operativo ad Agnone.
In ogni caso, «l’eventuale definizione e autorizzazione saranno seguite dalla sottoscrizione di un protocollo di intesa, già approvato dall’amministrazione comunale di Venafro, al fine di definire la collaborazione».
La collaborazione, che peraltro è stata avviata oltre un anno fa, «non significa l’apertura di un corso di studi universitario», è stato ribadito anche a favore di studenti del posto che magari potrebbero coltivare qualche falsa speranza di poter seguire lezioni in una facoltà cittadina. Così, come, di conseguenza altre sedi di corsi universitari non saranno aperte negli altri Comuni che, come Venafro, hanno proposto istanza per ospitare punti di Rappresentanza di Unimol.
Nello specifico, la proposta di Venafro verrà esaminata non prima della prossima seduta del senato accademico, fissata per l’8 marzo.
Sorbo entusiasta. «Sono 25 anni che sulla presenza dell’Università a Venafro si sono fatte solo chiacchiere – ha affermato il sindaco Sorbo -. Proclami rimasti senza seguito da parte di tutti quelli che si sono succeduti al governo della città. Addirittura agli inizi degli anni ‘90 fu delegato un consigliere a cui fu affidato solo questo obiettivo ma che non fu capace nemmeno di farsi ricevere dal rettore dell’epoca… Finalmente ora c’è qualcosa di concreto. Ci stiamo lavorando da due anni, siamo ormai in dirittura d’arrivo».

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