I movimenti sospetti dei due giovani non sono passati inosservati agli uomini della Squadra Mobile che, a seguito di specifico appostamento, hanno fatto irruzione nello scantinato trovandosi davanti ad una vera e proprio centrale dello spaccio. Così, nella tarda serata di lunedì, la tranquillità della cittadina di Venafro è stata rotta dal suono delle sirene della Polizia che in forze ha proceduto all’arresto di Marco Parascandolo (26 anni) e Marciano Gatti (28 anni) per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e uno dei due anche per detenzione abusiva di armi.
Nel dettaglio, la Polizia ha proceduto a sequestrare 68,32 gr di cocaina, 91,34 gr di hashish e ben 6,421 kg di marijuana. Resistenza e violenza a pubblico ufficiale poiché a quanto pare i due si sono scagliati con violenza contro gli agenti cercando di sfuggire al controllo e all’arresto. «Hanno opposto forte resistenza, dalla quale è nata una colluttazione che ha portato al ferimento di tre agenti», è stato spiegato in conferenza stampa. La Squadra Mobile isernina in effetti ha dovuto chiedere il supporto di due volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e di una pattuglia della Stradale di Isernia. Il blitz ha consentito poi di scovare altri locali che i due avevano adibito a deposito di sostanze stupefacenti e di armi: in particolare, nascosta in una valigia è stata trovata una Beretta calibro 7,65 con relativo munizionamento. L’arsenale sequestrato è però più consistente e consta pure di due balestre, sei pistole modificate prive del tappo rosso con relativo munizionamento, un fucile a piombini, una mazza da baseball in ferro, tre coltelli, un’ascia.
Sia il procuratore capo Paolo Albano che il questore Ruggiero Borzacchiello hanno parlato di una delle operazioni più importanti non solo in provincia di Isernia ma nell’intero Molise. Un quantitativo di droga davvero ingente che avrebbe potuto fruttare, una volta sul mercato, decine di migliaia di euro.
«L’operazione di lunedì sera è il punto di arrivo e allo stesso tempo di partenza»: dunque dopo l’attività «preventiva» con il blitz, ora partiranno le indagini, ovvero l’attività «investigativa». La convinzione di Procura e Polizia di Stato è che questo sia solo l’inizio. Anche perché adesso, tra le altre cose, saranno analizzate e verificate le armi rinvenute per capire se sono state utilizzate in altri episodi in passato. Sia il procuratore Paolo Albano che il questore Borzacchiello così come pure il dirigente della Mobile Luigi Vissicchio hanno tratteggiato un quadro piuttosto allarmante della situazione parlando di «estrema pericolosità dei soggetti», di certo non nuovi ad episodi di violenza e che, effettivamente, sono gravati da pregiudizi di polizia in materia di stupefacenti e reati contro la persona.
Nella conferenza stampa di ieri mattina è stato spiegato nei dettagli il blitz scattato intorno alle 22,30 quando gli agenti hanno notato movimenti sospetti e immediatamente hanno cercato di accedere all’interno dello scantinato incontrando però «la resistenza e la violenza dei due che hanno colpito con inaudita violenza, con calci e pugni, tre operatori di polizia refertati presso il nosocomio rispettivamente con giorni 10, 4 e 4 per lezioni multiple agli arti».
L’operazione non è passata inosservata in città considerato il dispiegamento di forze e il caos scatenato dagli arrestati al momento del blitz che, ricordiamo, ha consentito agli agenti di arrivare – per il momento – ad altri due locali nelle disponibilità di Marco Parascandolo e Marciano Gatti all’interno dei quali, occultata in una valigia, è stata rinvenuta la pistola Beretta. Secondo quanto riferito ieri mattina in Questura, ci sarebbero fondati motivi di ritenere che i locali utilizzati dal gruppo siano più di due considerate le numerose chiavi rinvenute. Pertanto, si dovrà lavorare ancora per scovarli e per capire a quale uso fossero destinati.
Quando gli uomini della Mobile guidati da Vissicchio hanno fatto irruzione i due giovani venafrani stavano confezionando le dosi. Secondo gli inquirenti il 26enne ed il 28enne «non sono due sprovveduti».
Il procuratore ed il questore hanno anche ricordato alcuni episodi di violenza che hanno riguardato Parascandolo e Gatti. Per Albano le modalità di organizzazione e la scena di fronte alla quale si sono trovati gli agenti della Polizia di Stato hanno ricordato la serie tv Gomorra.
Come detto, le indagini sono solo all’inizio. Gli inquirenti sono infatti sicuri della «partecipazione di altri soggetti» al presunto giro.
Il questore Borzacchiello ha poi rimarcato la massima attenzione che pone la Polizia di Stato di Isernia al contrasto del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Controlli sono predisposti, in maniera costante, in tutte le aree sensibili della provincia isernina con particolare riferimento proprio a Venafro, «crocevia dello spaccio per via della vicinanza alla Campania». Insomma, la città diomedea «è un punto di arrivo e di partenza della droga».
A seguito del blitz, nello scantinato scoperto dagli investigatori sono stati altresì rinvenuti su di un tavolo tre bilancini di precisione e diversi lembi di cellophane, contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina, pronti per essere termosaldati ed una pressa idraulica per il confezionamento dei panetti. Un’attività organizzata nei minimi dettagli, insomma. I due giovani venafrani dovranno quindi ora rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e uno dei due anche di detenzione abusiva di armi. Sia il 26enne che il 28enne all’esito delle formalità di rito sono stati tradotti nella casa circondariale di Isernia a disposizione dell’autorità giudiziaria.

ppm

 

Albano: «L’operazione più importante condotta sul territorio provinciale»

Un quantitativo tale di droga probabilmente non era stato mai rinvenuto nel territorio della provincia di Isernia. Quei circa sette chili di sostanza stupefacente, tra marijuana, hashish e cocaina, avrebbero fruttato ai due presunti pusher circa 20mila euro e ora le indagini sono aperte a tutto campo per svelare importanti retroscena. Da dove proviene tutta quella roba e a chi era destinata? Sono questi soltanto alcuni degli interrogativi a cui la Squadra Mobile tenterà di dare una risposta partendo dall’importante risultato ottenuto all’alba di martedì, al termine del blitz condotto a Venafro.
In città si sono vissuti momenti da brividi, che rimandano il pensiero ad alcune scene viste nelle serie tv dedicate alla lotta contro il crimine. Persone sospette che entrano in piena notte in un garage. I poliziotti, appostati in un angolo che intervengono ed entrano approfittando della porta socchiusa. La reazione da parte di chi viene colto sul fatto e una centrale dello spaccio che si apre di fronte agli occhi degli ‘spettatori’.
Il racconto di quanto avvenuto è stato affidato al capo della Squadra Mobile di Isernia, Luigi Vissicchio. Il dirigente della Questura ha agito personalmente e, insieme con altri due operatori, ha subìto l’aggressione dei due arrestati.
«L’operazione è iniziata nella serata di lunedì – ha spiegato durante la conferenza stampa di ieri -. A seguito di un servizio di appostamento abbiamo individuato due soggetti che con fare sospetto hanno fatto accesso in un locale un po’ nascosto. Abbiamo tentato di entrare per effettuare una perquisizione, visto che avevamo il sospetto che potessero detenere sostanze stupefacenti. In quel momento siamo stati aggrediti e ci è stato impedito di entrare. Nonostante ciò, a seguito della colluttazione, risolta anche con l’ausilio di ulteriore personale, siamo riusciti ad accedere e nel locale abbiamo rinvenuto una vera e propria centrale per il confezionamento della sostanza stupefacente. Uno dei due arrestati aveva indosso parecchie chiavi e questo ci ha fatto pensare che ci potessero essere altri luoghi in cui andare a verificare se fosse detenuta ulteriore sostanza stupefacente o altro. Fortunatamente una di queste chiavi ci ha permesso di accedere a quello che poi si è rivelato essere il deposito della droga. Qui abbiamo trovato i sei chili e mezzo di marijuana, occultati all’interno di una valigia; i 100 grammi di hashish e i 30 cocaina. Complessivamente quindi abbiamo sequestrato 70 grammi di quest’ultima sostanza, sommando la quantità trovata nel primo locale».
Il blitz delle scorse ore ha segnato un nuovo punto a favore di Questura e Procura nella lotta che, in maniera congiunta, stanno svolgendo per contrastare un fenomeno molto diffuso in tutta la provincia di Isernia.
«Certamente è una delle operazioni più importanti portate a termine a Isernia – il commento del procuratore capo della Repubblica di Isernia Paolo Albano -. La lotta allo spaccio delle sostanze stupefacenti è sempre stata una priorità assoluta della attività della nostra Procura. Questo comporta la rovina di tanti ragazzi e delle loro famiglie. La Polizia di Stato di Isernia ha sempre recepito questa mia preoccupazione e proprio grazie al controllo costante e perenne del territorio la Questura e le altre forze dei Polizia hanno attuato numerose operazioni e quella di oggi (ieri ndr.) è certamente quella di maggior rilievo».
Il questore di Isernia ha poi chiarito che ora potrebbero aprirsi nuovi scenari, cioè le indagini potrebbero portare a eventuali complici e quindi a scoperchiare un giro di droga ancora più grande,
«Questa operazione è sia un punto di arrivo sia di partenza – le parole di Ruggiero Borzacchiello -. L’indagine di certo non si conclude con questo sequestro ingente di armi e di sostanze stupefacenti. Spero e penso che la presenza del procuratore ci sia di conforto per questa nuova attività che svolgeremo. L’operazione non si conclude con l’arresto di due persone e con questo risultato molto importante che abbiamo ottenuto».
Dalle parole del questore si intende che il lavoro della Squadra Mobile sarà orientato a tutto campo sulle ramificazioni degli illeciti scoperti nella travagliata notte venafrana.

Vivida

Gli indagati rischiano fino a 20 anni di carcere

Marco Parascandolo e Marciano Gatti rischiano, in caso di ipotesi grave, fino a 20 anni di carcere. Insomma, la situazione del 26enne e del 28enne di Venafro tratti in arresto dalla Polizia lunedì notte per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e uno dei due anche per detenzione abusiva di armi è piuttosto complicata.
A difenderli è l’avvocato Gianluca Giammatteo che sta seguendo sin dall’inizio, passo dopo passo, l’evolversi della situazione. I due giovani si trovano nel carcere di Ponte San Leonardo ad Isernia in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. Entro 48 ore dal fermo il pm dovrà depositare gli atti al gip. Il giudice per le indagini preliminari, a sua volta, avrà due giorni di tempo per decidere se convalidare l’operato della polizia giudiziaria oppure se invalidarlo. In caso di convalida, chiaramente, occorrerà decidere pure sull’eventuale misura cautelare da applicare, cioè se far restare i due in carcere fino al processo oppure se concedere i domiciliari o ancora se tenerli a piede libero in attesa del giudizio.
Sia come sia, considerato soprattutto l’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti rinvenuto e sequestrato, unitamente alla resistenza e violenza a pubblico ufficiale (con «tre operatori di polizia refertati presso il nosocomio di Isernia rispettivamente con giorni 10, 4 e 4 per lezioni multiple agli arti»), non è da escludere che si propenda per l’ipotesi di reato con la qualifica più grave e non per quella più lieve: ciò significa che anziché rischiare una pena da uno a tre anni, Parascandolo e Gatti rischierebbero eventualmente da sei a 20 anni.
La notizia del blitz della Polizia di Stato con la Squadra Mobile e degli arresti si è subito diffusa in città. Quasi tutti a Venafro conoscono sia il 26enne che il 28enne i quali sono noti alle forze dell’ordine per pregiudizi di polizia in materia di stupefacenti e reati contro la persona.

 

 

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.