Non accadeva dai tempi di Michele Iorio: un governatore del Molise presente alla cerimonia clou dei festeggiamenti in onore dei santi martiri e patroni della città e della diocesi di Isernia-Venafro Nicandro, Marciano e Daria. Donato Toma ha assistito a tutta la funzione religiosa accanto al sindaco Alfredo Ricci. Più volte il primo cittadino e il presidente della giunta regionale si sono scambiati idee e propositi visto che, entrambi, si trovano all’inizio del mandato ricevuto dai cittadini. Toma ha risposto volentieri alle domande di Primo Piano Molise.
Presidente Toma, a breve il sindaco di Venafro le sottoporrà la intricata vicenda del finanziamento da 2 milioni e 500mila euro prima dato dall’ex giunta Iorio e poi improvvisamente sparito sotto la legislatura Frattura. Una storia che si trascina oramai da oltre 5 anni.
«Se il finanziamento c’è nessuno lo può cancellare. Ma per il momento non sono in grado di rispondere a questa domanda, avvierò immediatamente i controlli per venire a capo di questa vicenda che è oramai datata. Posso solo dire che ce la metterò tutta per rimediare ad eventuali mancanze dell’amministrazione. Devo fare una ricognizione dei finanziamenti e vedere quali problemi pone quello riferito alla scuola di Venafro».
Presidente Toma, lei sa benissimo che una delle prime richieste giunte da Venafro sulla sua scrivania riguarda l’ospedale Santissimo Rosario. I cittadini reclamano servizi efficienti soprattutto quelli che riguardano la sanità. A che punto è la sua riorganizzazione della sanità molisana?
«L’ospedale di Venafro è un punto territoriale abbastanza importante per la nostra regione anche in funzione delle aree attigue extraregionali. Va meglio inserito nel progetto di riorganizzazione della sanità e lo sto vedendo con la direzione generale della sanità. Ma l’argomento è più complesso e deve necessariamente partire da una nuova visione della sanità pubblica. In questo momento mi sto occupando di Agnone per arrivare a un accordo per l’ospedale di confine. Poi importante sarà la partita che sto giocando a Campobasso tra il Cardarelli e la Fondazione Giovanni Paolo II. All’integrazione tra queste due strutture. Dall’esito di questa partita, a cascata, dipenderà il futuro di Agnone, Venafro, Isernia, Termoli e Larino. Io sto riscrivendo tutta la riorganizzazione della sanità molisana e a breve ne conoscerete i contenuti. Stiamo lavorando giorno e notte perché questo è un argomento che non ha colori politici, riguarda un bene primario per tutti i cittadini. Io voglio una sanità a misura di cittadino».
Poi c’è la partita con le strutture private. A che punto siete?
«Stiamo lavorando sulle convenzioni, quello che ho detto per il Cardarelli e la Fondazione Giovanni Paolo II vale anche per le altre strutture. Con la riprogrammazione risolveremo tutti i problemi. A breve usciremo con il nostro progetto. Ma non dobbiamo illudere i nostri cittadini perché c’è il decreto Balduzzi e nessuno può immaginare di ritornare indietro, agli ospedali di una volta. Quello che stiamo facendo è una ricognizione di tutto. Puntiamo come ho detto a una sanità di qualità per tutti. Non ci saranno cittadini di serie A e cittadini di serie B».
Ultima battuta. Cosa possono sperare i cittadini di Venafro per il Santissimo Rosario?
«La sua riqualificazione e ricollocazione. Ma io posso dire che per Venafro, Isernia, Agnone, Termoli e Larino ci saranno dei “punti servizio” per il cittadino, con un’area-superficie per Campobasso per gli interventi immediati. Lo sto riscrivendo tutto il programma, queste comunque sono le linee generali».

Marco Fusco

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