Il provvedimento annunciato ancora non c’è. Il Punto di primo intervento del Ss Rosario di Venafro resta, pertanto, aperto. Almeno fino a quando l’Asrem non ne decreterà ufficialmente la chiusura, come peraltro previsto nel Piano operativo sanitario. In ogni caso, fino a ieri in ospedale brancolavano nel buio, senza sapere cioè quando scatterà il passaggio di consegne da Punto di primo intervento a 118 “medicalizzato”.
Intanto, in città oltre alle reazioni degli amministratori locali si registrano anche quelle dei cittadini che, in strada e soprattutto sui social, sono letteralmente in rivolta. A quanto pare nessuno si aspettava realmente che si potesse “tagliare” anche il Ppi dopo la dolorosa chiusura del pronto soccorso negli anni passati. In tanti auspicavano anzi una inversione di tendenza con il nuovo governo regionale targato Donato Toma e non più Paolo Frattura. Al momento, quindi, grande delusione e rabbia da parte dei venafrani.
Ancora in silenzio, almeno ufficialmente, è invece Gianni Vaccone. Dopo aver sciolto formalmente il comitato Ss Rosario (che comunque resterà come associazione), anche il gruppo di riferimento su Facebook, che contava ben 1.582 membri, è stato archiviato. Al momento, pertanto, non c’è un canale attraverso cui catalizzare il dissenso e magari preparare azioni di protesta. Di «fulmine a ciel sereno» e di «colpo al cuore della città» hanno parlato nei giorni scorsi il sindaco Alfredo Ricci e il suo vice Marco Valvona. I vertici dell’amministrazione sono in attesa di un chiarimento con la Regione, con il governatore Toma e con il direttore generale Asrem Gennaro Sosto che avevano annunciato dal primo luglio la chiusura del Punto di primo intervento.
Chiarezza che, nel campo dei grillini, chiede pure il numero 2 del comitato Ss Rosario nonché organizzatore dell’attivissimo meet up “Venafro in Movimento”, Franco Macerola, che sullo «smantellamento degli ospedali pubblici», fa sapere: «Il ministro della Salute è Giulia Grillo del Movimento 5 Stelle. Il Movimento 5 Stelle in Molise conta sei consiglieri regionali e quattro parlamentari che volendo potrebbero farsi valere. Hanno fatto il tour degli ospedali, aspettiamo i fatti. Forza».
Durissimo sulla chiusura del Punto di primo intervento è arrivato anche il commento dell’ex sindaco di Venafro, Antonio Sorbo: «Nella campagna elettorale per le regionali scorse avevano garantito tutti – parlo dei candidati del centrodestra espressione del nostro territorio, ed erano tanti! – che non solo sarebbe stato ripristinato il pronto soccorso all’ospedale di Venafro, ma addirittura che il Ss Rosario sarebbe risorto». Invece, secondo Sorbo, «la verità è che in tema di sanità il governo Toma, e non poteva essere diversamente visto anche chi lo ha supportato e chi è il “socio di maggioranza” della coalizione, è in perfetta continuità con lo sciagurato governo di Paolo Frattura».
L’ex sindaco ricorda poi pure come «quando è venuto a Venafro in campagna elettorale, Matteo Salvini, l’attuale “star” della politica italiana, avrebbe dichiarato: “Noi gli ospedali non li chiudiamo, noi li apriamo”. Testimoni raccontano che prese tanti applausi, le elezioni raccontano che prese tanti voti…».
Insomma, in campo sanitario a Venafro sale la temperatura, come e più che nel campo metereologico. Intanto, solo l’annuncio della chiusura sembra abbia causato un calo di accessi al Punto di primo intervento: la gente ormai è sfiduciata e, probabilmente, preferisce andare direttamente al pronto soccorso di Isernia anche per casi meno gravi. Con tutte le conseguenze che ciò inevitabilmente comporta.
Resta ora da vedere quando chiuderà il presidio se e come verrà rinforzato il 118 “medicalizzato” per rispondere alle esigenze di una città, la quarta della regione, e territorio di confine.

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