Non si diradano le nubi sul futuro del Carsic. Per l’Istituto, infatti, la Regione non potrà più pagare le rette garantite fino all’anno scorso. E i 100 dipendenti restano dunque con il fiato sospeso. Com’è noto, una commissione medica regionale ha accertato che non tutti i ricoverati sarebbero ricomprendibili nella stessa fattispecie, ex art. 26 legge 833/78. Ciò significa, in soldoni (è il caso di dirlo), che se fino a ieri la retta elargita da Campobasso era “X” (praticamente il massimo previsto) da domani sarà di importo connesso alla categoria dei pazienti ospitati dall’Istituto di riabilitazione venafrano. Quindi, inferiore. In ballo ci sarebbe ben oltre un milione di euro. Insomma, un “taglio” pesantissimo per la struttura che difficilmente – per usare un eufemismo – potrà restare in piedi così com’è in queste nuove condizioni.
La soluzione però c’è. Almeno la Regione, nel corso dell’incontro dell’altra sera a Campobasso che ha fatto seguito al vertice in Prefettura della settimana scorsa, ha indicato due strade: un cambio di tipologia di pazienti ospitati oppure una compartecipazione da parte dei familiari (o tutor) dei degenti. Al momento, almeno fino a fine anno questa sarebbe la soluzione individuata. In sostanza, saranno i ricoverati stessi (attraverso il sussidio di accompagnamento o altre forme simili) a integrare la retta. La Regione pertanto pagherà la sua quota, quella prevista dal documento della commissione medica, mentre la restante parte verrà garantita dai “privati”. In questo modo, chiaramente, l’Istituto non avrebbe ripercussioni. Diversamente, invece, i problemi sarebbero tanti. Va detto che la Regione si sarebbe pure impegnata a liquidare le spettanze al Carsic nel più breve tempo possibile in modo da non mandare l’Istituto in crisi con la conseguenza di un possibile ritardo nel pagamento degli stipendi ai 100 dipendenti.
In ogni caso, durante l’incontro è emerso pure come la Regione erogherà mezzo milione di euro per via della recente sentenza sul ricorso avanzato dal Carsic al Tar Molise. 500mila euro che andrebbero ad aggiungersi ad una ulteriore quota di 700mila euro circa di spettanze già dovute. Oltre un milione per dare ossigeno alle casse della struttura venafrana in modo che i dipendenti non debbano attendere per lo stipendio.
In ogni caso, ovviamente, l’Istituto dovrà attivarsi subito per chiedere la compartecipazione dei pazienti alla retta. Solo in questo modo, almeno al momento, si potrà reggere in piedi il Carsic che si è visto il budget annuale decurtato.
Nel vuoto sarebbero inoltre finita l’istanza dei vertici aziendali per vedersi garantito lo stesso budget almeno fino al 31 dicembre per poi adeguarsi ai nuovi standard. Nessuno infatti si assumerà la responsabilità di liquidare il milione di euro “mancante” senza l’avallo del commissario ad acta della Sanità (che ancora non c’è). Né la Regione né tantomeno l’Asrem, presente all’incontro con il dg Gennaro Sosto.

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