«Grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale di Venafro sarà possibile in tempi brevi stipulare altra convenzione tra Comune di Venafro, Isde Molise e Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus di Venafro che incaricheranno Bianchi di condurre un vero studio epidemiologico-eziologico che possa contribuire a individuare definitivamente le cause per le quali ci stiamo ammalando e per le quali si continua a morire». L’annuncio ufficiale arriva dalle Mamme per la salute. A seguito dunque della presentazione dello studio descrittivo che ha segnalato come nella Piana di Venafro ci si ammali di più che nel resto del Molise, l’associazione ha deciso di dare l’ok agli approfondimenti auspicati dai tantissimi cittadini intervenuti l’altra sera presso l’ex palazzo Armieri.
«L’amministrazione di Venafro per voce del sindaco Alfredo Ricci ha già dichiarato che stanzierà una somma allo scopo e che inviterà a partecipare a questa iniziativa e a firmare la nuova convenzione, gli altri sindaci dei Comuni della vallata (Conca Casale, Pozzilli, Sesto Campano, Montaquila e Monteroduni), la Regione e l’Asrem. Inoltre l’associazione Mamme per la salute dispone di altro piccolo fondo da investire in questo progetto e, se altri Comuni non collaboreranno, l’eventuale somma mancante sarà raccolta da tutti i cittadini della Valle».
Si fa, insomma, sul serio. «È importantissima – avvisano le Mamme – la partecipazione di tutte le figure istituzionali che saranno invitate alla firma della nuova convenzione. A tal proposito si fa invito a tutti i cittadini di Pozzilli, Sesto Campano, Conca Casale, Montaquila e Monteroduni di sollecitare i propri sindaci ad essere parte attiva di questo progetto. Per condurre lo studio sulla popolazione dei sei comuni è necessario avere i dati che ogni Comune ha per i propri abitanti».
In alternativa, «lo studio sarà comunque commissionato anche con la sola sottoscrizione del Comune di Venafro, dell’Isde Molise e dell’associazione. Tale studio sarà condotto solo ed esclusivamente nei territori in cui i cittadini attivamente e concretamente chiederanno ai propri sindaci di firmare la convenzione e mettere a disposizione i dati della popolazione oltre ad impegnare un contributo economico. Per quanto riguarda Regione ed Asrem dovrà essere certa, e siamo convinti che così sarà, la loro massima disponibilità a fornire tutti i dati e la collaborazione necessaria visto l’obbligo di legge che ne deriva. Gli enti, i funzionari e tutti coloro che hanno responsabilità in merito alla tutela della salute pubblica si attivino concretamente perché il percorso intrapreso dall’associazione e dai cittadini è inarrestabile e la verità non è più oscurabile».
Vecchia convenzione “stracciata”. Appena accennata l’altra sera, la questione della convenzione “stracciata” è stata illustrata nei dettagli dalle Mamme: «Il 2 ottobre 2017 veniva firmata una convenzione tra la Presidenza del Consiglio regionale del Molise e l’Isde Molise per condurre uno studio epidemiologico sulla popolazione molisana per la cifra di 3.000 euro. L’Isde Molise metteva a disposizione le proprie competenze ed il proprio lavoro a titolo completamente gratuito, mentre offriva l’incarico di condurre questo studio al dott. Bianchi del Cnr di Pisa. Il dott. Bianchi, nonostante l’esigua somma messa a disposizione dalla Presidenza del Consiglio regionale, accettava l’incarico preannunciando non un vero e proprio studio epidemiologico ma una prima valutazione dello stato di salute dei cittadini molisani. L’associazione Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus di Venafro, venuta a conoscenza della convenzione in essere, chiedeva che si tenessero nella giusta considerazione le criticità della Valle del Volturno dando subito massima collaborazione e mettendo a disposizione ogni documento, dati e notizie in possesso dell’associazione».
Dunque, «lo studio, concluso nei tempi stabiliti, presentava dati statisticamente significativi che imponevano l’obbligo morale di renderli pubblici quanto prima. Nonostante lo studio fosse pronto già da fine marzo 2018 per essere reso pubblico e nonostante l’ultimo sollecito dell’ottobre scorso, esso non veniva pagato. Il mancato pagamento e la natura della convenzione stipulata tra Isde Molise e Presidenza del consiglio regionale, di fatto proprietari dello studio, ne impedivano la pubblicazione. Non potendo procrastinare la pubblicazione di dati tanto importanti per la tutela della salute dei cittadini si è deciso che l’Isde Molise avrebbe inviato nota di decadenza della convenzione alla Presidenza del Consiglio e che lo studio sarebbe stato pagato dall’associazione Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus di Venafro. In data 9 novembre 2018 l’Isde ha inviato alla Presidenza del Consiglio una nota nella quale dichiara decaduta la convenzione stipulata nell’ottobre del 2017 e che i dati scaturiti da detto studio restano di esclusiva proprietà dell’Isde. Lo studio presentato il 12 novembre scorso sarà pagato dall’associazione Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus,una volta che sarà perfezionata la convenzione tra Isde Molise e l’associazione, con i fondi derivanti dal tesseramento annuale dei soci, dal ricavato dei banchetti dell’8 dicembre e dalle donazioni del 5×1000».

Il caso in Regione, Nola ‘interroga’ Micone: perché è stata disdetta la convenzione?

In merito alla disdetta della convenzione per lo studio epidemiologico affidato al Cnr di Pisa è intervenuto Vittorio Nola.
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle ha inteso infatti indirizzare un’“interrogazione” al presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone.
Nella lettera Nola chiede se rispondere al vero il fatto che è stata disdetta la convenzione, firmata nell’ottobre 2017 fra la Presidenza del Consiglio regionale e l’Associazione dei medici per l’Ambiente Isde Molise, per realizzare uno studio epidemiologico sull’intero territorio regionale a cui ha aderito anche il Comune di Venafro.
«C’è un forte coinvolgimento di tanti cittadini molisani allarmati – spiega Nola -. È quindi urgente approfondire e individuare, con analisi di dettaglio, le cause delle malattie e la necessità di rilevare la caratterizzazione delle eventuali fonti inquinanti in regione. Se fosse vera la disdetta della convenzione – scrive ancora Nola nella sua lettera a Micone – avrei piacere di conoscere le motivazioni che hanno portato a questa decisione, se confermata, che certamente rallenterà la circolazione di informazioni sensibili e quindi una presa di coscienza pubblica sull’effettiva situazione in cui alcuni territori si trovano. E ciò impedirà di approfondire le conoscenze e quindi individuare i concreti rimedi per tutelare la salute dei cittadini».

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