Il caso di Serena Mollicone verso una svolta, anzi la svolta. Nelle ultime ore, infatti, è stata consegnata in Procura la dettagliata informativa dei Carabinieri che incastrerebbe i responsabili dell’omicidio della 18enne di Arce.
A distanza di 18 anni, dunque, le indagini che riguardano indirettamente anche Venafro si avviano alla conclusione: in città, infatti, lavora uno dei principali sospettati – così come è stato definito ieri da tutta la stampa locale e nazionale -, Marco Mottola, figlio dell’ex comdandante della caserma dei Carabinieri del paese laziale.
L’uomo che da anni gestisce un’attività commerciale a Venafro è tra gli indagati ed anche su di lui si starebbe stringendo il cerchio degli inquirenti. Le perizie sembrano ricostruire con dovizia di particolari gli accadimenti di quel primo giugno. Dalla violenta lite all’occultamento del cadavere. Luogo del delitto, stando alle prime indiscrezioni trapelate con riferimento alla ricostruzione dell’informativa consegnata al magistrato del Tribunale di Cassino, sarebbe stato l’alloggio di servizio nelle disponibilità dei Mottola nella caserma dell’Arma.
Oltre a Marco Mottola sono indagati a vario titolo (dall’omicidio volontario all’occultamento di cadavere), pure suo padre Franco e sua madre Anna e i due carabinieri che erano in servizio in caserma il giorno del delitto.

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