Separata, con 3 figli da far crescere, senza un lavoro e senza una casa di proprietà. Ma con bollette che arrivano a cadenza regolare, senza sconti, e con tutte le esigenze e necessità da soddisfare che la vita comporta.
La storia di Giovanna probabilmente è comune a tante altre persone in questo periodo in cui la crisi sembra non voler accennare a mollare la presa anche sul nostro Paese.
A breve compirà 50 anni. E si dice impotente perché nonostante l’aiuto dei suoceri – che devono però badare anche al figlio, l’ex marito della donna da qualche anno senza lavoro – non riesce a tirare avanti.
La sua speranza, allo stato attuale, è solo il reddito di cittadinanza (non ha reddito né soldi né proprietà intestate). Sì, perché anche la Caritas di Isernia, stando a quanto dichiara la stessa Giovanna, le avrebbe sostanzialmente chiuse le porte. «Non so più come fare. Le bollette si susseguono una dietro l’altra. Luce, gas, affitto. Prendo quel che possono darmi i miei suoceri, ma questa non è vita – si sfoga la donna -. Cosa potrò dare ai miei figli visto che anche il mio ex marito non lavora? Vorrei garantire a loro una esistenza dignitosa, ma adesso l’impellenza è pagare le bollette. Viviamo con la paura che possano staccarci la corrente elettrica e toglierci la fornitura del gas. Sono andata varie volte alla Caritas di Isernia ma evidentemente sono in crisi anche loro. Mi hanno liquidata dandomi praticamente l’elemosina… Prima non era così – confessa Giovanna quasi tra le lacrime -, se avevo problemi con l’affitto o con le bollette la Caritas di Venafro mi aiutava. Adesso le cose mi sembrano cambiate. Mi hanno detto che ci sono più persone in difficoltà. Ma io – spiega accorata – non chiedo che paghino loro al posto mio l’intero affitto o tutto l’importo delle bollette. Mi aspetterei un aiuto per arrivare a non dover andare a dormire con il timore che il giorno dopo potrei svegliarmi e dover dire ai miei figli “non potete accendere la luce né usare l’acqua calda”».
Insomma, Giovanna teme per il suo futuro. Anche e soprattutto perché i suoceri sono ormai anziani, mentre i propri figli neanche adolescenti (a parte la più grande).
Ciò che chiede è l’occasione di un lavoro – «sono disposta a fare di tutto» – e per il momento una soluzione tampone alle bollette da pagare che arrivano puntuali. «Tornerò a chiedere una mano alla Caritas diocesana nella speranza che vogliamo aiutarmi concretamente a superare questo brutto periodo. In passato – sottolinea – non ho mai avuto problemi perché se mancavano anche decine e decine di euro, la Caritas di Venafro mi sosteneva. Adesso non è più così… E sono preoccupata poiché non capisco il perché di questo».

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