È finita la fuga di Antonio D’Amico, 24enne venafrano beccato in Australia dopo oltre un mese di ricerche da parte della New South Wales Police Force. Sul suo capo pende l’accusa di aver importato droga dall’Europa. Sei chilogrammi di Mdma, ecstasy. Per un valore di 900mila dollari, poco più di mezzo milione di euro.
Il giovane, trasferitosi tempo fa Oltreoceano da alcuni parenti, sarebbe coinvolto nel traffico insieme ad un altro italiano, anche lui tratto in arresto.
Ad Antonio D’Amico la polizia australia è arrivata nel corso di un’indagine partita dalla scoperta delle Metilen Diossi Meta Amfetamina occultate in dei filtri per l’acqua spediti dalla Svizzera. Il carico non era però passato inosservato alla Australian Border Force (Agenzia di polizia di controllo dei confini) che subito aveva segnalato il caso alla Nsw Police Force.
I sei chili di ecstasy erano arrivati a Sydney: sottoposta ai raggi X, la spedizione – per la verità erano due distinte – si è rivelata una “copertura”. Così, gli investigatori hanno arrestato un italiano di 30 anni e una donna di 22 anni; quest’ultima poi rilasciata. Le ulteriori indagini – stando a quanto riferito dalla NSW Police Force a Primo Piano Molise che si era occupato del caso lo scorso 18 aprile – hanno poi portato la polizia ad eseguire una perquisizione presso una abitazione della città che ha avuto esito positivo: qui sono stati infatti trovati e sequestrati sostanze proibite, contanti, articoli elettronici e documentazione pertinenti alle indagini che, di fatto, hanno inguaiato Antonio D’Amico. La polizia aveva tentato in tutti i modi di rintracciare il 24enne venafrano residente nell’abitazione ma senza successo. Di conseguenza, era scattato il mandato di arresto che, dopo alcuni giorni trascorsi invano, era stato divulgato ai mass media australiani e rimbalzato anche in Italia.
Dopo un mese e mezzo di “latitanza”, il giovane nelle ultime ore è stato arrestato alla stazione di polizia di Surry Hills e accusato di essere coinvolto nell’importazione dell’ingente quantitativo di droga.
Dovrà ora affrontare un processo dove potrà difendersi ed eventualmente dimostrare l’estraneità ai fatti addebitati.
Da quanto risulta, nelle scorse settimane i genitori, conosciuti e stimati a Venafro, avevano raggiunto l’Australia.

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