Il caso Cucchi continua a vivere di colpi di scena. Il processo bis sembra indirizzato verso una conclusione annunciata dopo la strenua battaglia per la verità combattuta dalla sorella Ilaria, però la difesa dei Carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale non ci sta. E si prepara a dare un’altra versione dei fatti in aula.
Giovedì sera l’avvocata Antonella De Benedictis, che difende il militare venafrano Alessio Di Bernando, durante il docufilm “La seconda verità” andato in onda sul canale Nove.
La legale venafrana ha quindi offerto un’altra lettura dell’arresto, la sera del 15 ottobre 2009 a Roma: Stefano Cucchi, secondo la versione di Di Bernardo, non voleva sottoporsi al fotosegnalamento, quindi il carabiniere venafrano lo ammanettò e, insieme al collega Raffaele D’Alessandro, lo fece sedere sul divano. Quindi fu avvisato il maresciallo Mandolini a cui venne riferita la circostanza e il fatto che il 30enne geometra accusato di spaccio si stava agitando. A quel punto Cucchi venne riportato al comando stazione Roma Appia. «Durante il tragitto, l’arrestato riferì che avrebbe sbattuto la testa contro il tubo del Defender e che avrebbe accusato Francesco Tedesco». A quel punto Di Bernardo e D’Alessandro, sempre secondo la versione dell’avvocata con la quale si è sfogato il Carabiniere venafrano, consigliarono a Tedesco di annotarlo nel verbale affinché potesse tutelarsi.
Dunque, dal racconto riferito dalla legale De Benedictis il pestaggio sarebbe tutto da dimostrare, nonostante la testimonianza di uno dei tre militari imputati, ovvero proprio Tedesco che dopo nove anni ha deciso di riferire quanto visto quella sera.
In ogni caso, comunque, la linea della difesa è diretta pure, in subordine, a dimostrare l’assenza di causalità tra «l’eventuale pestaggio» e la morte di Stefano Cucchi.
Considerato che nei giorni scorsi la stessa Arma dei Carabinieri e il Ministero della Difesa si sono costituiti parte civile e considerato che l’opinione pubblica sembra aver scelto da che parti schierarsi, la strada per l’avvocata Antonella De Benedictis appare oggettivamente in salita. Ma la legale è convinta della tesi che scagionerebbe Di Bernardo, sospeso dal servizio ormai da tre anni.
Ora si attendono i prossimi passaggi del processo bis che si preannunciano molto importanti. Com’è noto, se da un lato c’è la testimonianza di un militare che accusa del pestaggio altri due, le perizie mediche non sono tutte concordi nell’affermare che le ferite riportate da Cucchi gli abbiano cagionato, a distanza di una settimana, la morte.

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