Il tema dell’inquinamento è tra quelli più sentiti a Venafro e nella Piana. Lo è ancor di più della crisi, della mancanza di lavoro, della fase di stagnazione, della delusione per una classe politica, che, a tutti i livelli, non riesce a trovare soluzioni per i numerosi problemi che stanno mettendo in ginocchio il Paese.
Associazioni e cittadini, sul piede di guerra da anni, vista l’inerzia palesata dalle amministrazioni, hanno avviato una raccolta fondi per finanziare lo studio epidemiologico, documento fondamentale per capire quanto sia davvero inquinata l’area (e l’aria), ovvero, quanto l’inquinamento incida sulla salute umana.
Prima ancora che partisse la raccolta fondi, va ribadito per chiarezza, i Comuni di Venafro, Montaquila e Conca Casale, a cui poi si è aggiunto quello di Pozzilli, avevano messo a disposizione più di 10mila euro per far fronte alle spese necessarie alla realizzazione dello studio.
Poi, qualche giorno fa, si è fatta avanti la Regione che, come d’altronde aveva promesso nei mesi scorsi, ha stanziato 60mila euro per la medesima finalità.
Intanto, la raccolta avviata da Le Mamme per la salute e l’ambiente va avanti. Ma vi è di più. Il tema, infatti, è arrivato (ma non è la prima volta) sulla scrivania della ministra della Salute Giulia Grillo, che, su pressione della onorevola venafrana Rosa Alba Testamento, ha manifestato l’intenzione di partecipare alla realizzazione dello studio epidemiologico, mettendo a disposizione l’alta professionalità dell’Istituto superiore di Sanità e del Consiglio nazionale delle ricerche.
Insomma, pure il governo sembra aver preso a cuore la situazione dell’area Venafrana che, al netto delle risultanze scientifiche, sembra essere tra le più inquinate della regione. Vuoi per la grossa mole di traffico, vuoi per la presenza di aziende che, pur nel rispetto della normativa, risultano altamente impattanti sull’ambiente.
«Con una lettera inviata ieri (martedì, ndr) – fa sapere la deputata del Movimento 5 Stelle Rosa Alba Testamento – la direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute ha proposto alla Regione Molise, all’Asrem e al Comune di Venafro un incontro, di natura tecnico-scientifica, al fine di programmare al meglio il nuovo studio epidemiologico nella Piana di Venafro. Esperti dell’Istituto superiore di sanità e del Cnr hanno già confermato la loro piena disponibilità a partecipare alla riunione».
«Nelle ultime settimane – aggiunge la portavoce pentastellata -, durante i vari incontri tenutisi al Ministero per accelerare l’iter di finanziamento del nuovo studio, ho sempre insistito sulla necessità di un coinvolgimento diretto dell’Istituto superiore di sanità nelle nuove indagini epidemiologiche. Queste ultime notizie – prosegue Testamento – vanno senz’altro nella giusta direzione perché confermano, ancora una volta, la sensibilità del Ministero rispetto alle criticità sanitarie emerse nello studio preliminare dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, conferiscono ancor più credibilità al nuovo studio e, infine, rappresentano un’ulteriore garanzia per la popolazione residente. Ora che la nuova indagine epidemiologica è stata finanziata, occorre una supervisione anche a livello nazionale. Siamo giunti alla stretta finale, quella più importante».
Il fatto che il ministero della Salute accenda un faro su quanto da anni accade nella Piana di Venafro è una buona notizia. Ma, va detto anche questo, era successo già in passato, quando al governo c’era il Partito democratico di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
Era l’11 aprile 2017, il sindaco di Venafro era Antonio Sorbo. Nelle redazioni molisane arrivò una nota del ministero dell’Ambiente, con tanto di foto che immortalava sorridenti l’attuale vicesindaco Marco Valvona, l’allora primo cittadino Antonio Sorbo, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e, nientepocodimeno, l’allora senatore Roberto Ruta. «Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – era scritto nel documento – propone, d’intesa con la Regione, l’istituzione di un tavolo tecnico di lavoro per il monitoraggio ambientale in Molise, con il coinvolgimento sul campo di Ispra quale realtà scientifica di supporto alle strutture regionali». Quel giorno a Roma si parlò «della gestione del ciclo dei rifiuti nel Molise e della qualità delle matrici aria, acqua e suolo nella piana di Venafro».
Sono trascorsi più di due anni da quell’incontro e le intenzioni sono rimaste sulla carta, col beneplacito degli amministratori locali, che insieme al ministro dell’epoca tracciarono una rotta che non ha portato alla meta.
Adesso le speranza sono riposte nel governo gialloverde.
Secondo fonti attendibili, il gruppo venafrano degli attivisti 5 Stelle ha da tempo consegnato nelle mani del ministro all’Ambiente, il generale dei Carabinieri Sergio Costa, un dossier dettagliato sulle attività svolte da alcune aziende che operano nella zona. «Un dossier che scotta», lo hanno definito gli stessi grillini.
Insomma, il governo, rispetto al passato, sembra fare sul serio. D’altronde, la presenza tra Senato e Camera di sei parlamentari molisani, di cui due (Testamento e Tartaglione) vicinissimi all’area interessata, dovrebbe costituire per i cittadini una seria e credibile garanzia di riuscita. Staremo a vedere.

ppm

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