“Trema” il Giudice di pace di Venafro: la sede non è più al sicuro. Proprio così. Le sibilline dichiarazioni del sindaco Alfredo Ricci a margine della conferenza stampa indetta per ‘festeggiare’ l’arrivo di 8 milioni di euro di finanziamenti (5,1 milioni per palazzo San Francesco e 3 milioni per viabilità e parcheggi nel centro storico) non sono passate inosservate. Anzi hanno trovato conferma nelle ore e nei giorni successivi.
L’ufficio, a meno di tre anni dalla riapertura, potrebbe infatti scomparire. Ma per mano dell’amministrazione comunale stavolta e non di stringenti norme nazionali. A Palazzo Cimorelli starebbero dunque ragionando sulla effettiva utilità di tenere ancora aperto l’ufficio che garantisce la giustizia di prossimità. Del resto non si prevedono levate di scudi. L’impatto in termini economici sul territorio è risultato abbastanza contenuto. Di contro Venafro e i comuni del circondario (in realtà solo Venafro contribuisce) spendono oltre 50mila euro all’anno per tenere aperta la sede. E questo potrebbe essere un altro dei motivi che farebbero propendere l’ago della bilancia verso la chiusura. Gli altri comuni (intesi come popolazione) usufruiscono del servizio senza contribuire alle spese. Insomma, è tutto sulle spalle di Palazzo Cimorelli che, tra l’altro, ci ha “rimesso” due dipendenti.
«Mi servono vigili in strada e non dipendenti negli uffici» ha fatto sapere Alfredo Ricci. E questo dei due ex agenti della Polizia municipale offerti nel 2017 alla giustizia sarebbe un altro tema, un altro motivo in più per non difendere ulteriormente la sede venafrana del Giudice di pace.
Dunque, per quanto se ne sa è in atto un ragionamento da parte dei vertici dell’amministrazione comunale. Gli stessi avvocati potrebbero non solo non scendere in campo in difesa della sede ma addirittura essere propensi alla chiusura: molti di loro sono infatti costretti a fare la spola tra Tribunale di Isernia e Giudice di pace di Venafro in una stessa giornata. Troverebbero più comodo quindi accentrare tutto in un posto. Per la città, però, si tratterebbe di perdita di “prestigio”. Dopo aver a lungo lottato, Alfredo Ricci in prima linea, per la riapertura dell’ufficio oggi se ne decreterebbe la chiusura… Staremo a vedere quale scelta effettueranno da Palazzo Cimorelli a cui quei soldi spesi e quei dipendenti “prestati” iniziano a fare gola. In altri termini, il Comune li rivorrebbe, sacrificando la sede del Giudice di pace.

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