«Colgo l’occasione per esprimere il più positivo apprezzamento per il lavoro svolto e per avere colto il vero significato di uno strumento che è l’essenza del progetto che state svolgendo. Ho condiviso il file anche con altri colleghi tutor che si complimentano con voi. Se nulla osta, anche da parte dell’ente locale (Comune di Venafro, ndr), lo divulgherò insieme ad altri format, affinchè sia di ispirazione a livello nazionale»: arriva dal servizio centrale del Sistema di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati, del Ministero dell’Interno, un giudizio estremamente positivo per le attività che si stanno svolgendo presso lo Sprar di Venafro, tanto da essere preso a modello per tutto il Paese.
I gestori del Sistema di protezione di richiedenti asilo e rifugiati, il consorzio di “Libere imprese società cooperativa sociale onlus” (capogruppo di una associazione temporanea di imprese) ha iniziato le attività previste nel piano Sprar, hanno ricevuto anche i complimenti dell’amministrazione comunale di Venafro, attraverso le parole dell’assessora alle Politiche sociali Angelamaria Tommasone: «Mi congratulo vivamente con tutto lo staff, per l’ottimo risultato raggiunto e autorizzo, senza ombra di dubbio, la divulgazione del format di progetto vero vanto di questa amministrazione».
Come è noto, il progetto presentato dal Comune di Venafro fu ammesso a finanziamento con decreto del Ministero dell’Interno a valere sul Fondo nazionale per le Politiche e i servizi dell’Asilo nell’ambito del Sistema di protezione di richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) per il triennio 2018-2020 per un importo complessivo di oltre sette milioni e mezzo di euro. Con l’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari e il “Decreto Sicurezza” che ha eliminato la discrezionalità nella concessione della tutela umanitaria che ha fatto un calo considerevole del flusso migratorio e conseguentemente il numero dei migranti e richiedenti asilo da ospitare nelle strutture Sprar si è notevolmente ridotto e anche per la struttura di Venafro si sono avute conseguenze restrittive. E così la giunta comunale fu costretta a rimodulare tutta la progettazione con una ricognizione definitiva dei posti delle strutture di accoglienza dei rifugiati messe a disposizione in misura di 76 posti.
Attualmente gli “ospiti” delle strutture Sprar di Venafro, sono 27. La scommessa dello Sprar è stata vinta dall’amministrazione Ricci che ha superato anche ogni sorta di polemica iniziale. Forte dell’accordo firmato con la Prefettura di Isernia che prevede, da un lato, la riduzione dell’impatto che l’arrivo dei migranti genera sul territorio, mirando ad una distribuzione sempre più equilibrata e sostenibile tra le diverse realtà locali, in attuazione delle indicazioni contenute nel piano Governo-Anci; dall’altro, rendere il Comune protagonista attivo nella gestione dell’accoglienza, favorendo in tal modo i percorsi di integrazione ed inclusione sociale ed economica dei richiedenti asilo. Insomma, ora tutti si aspettano a Venafro una ricaduta importante su tutta l’economia cittadina. Con la possibilità, tutt’altro che trascurabile, di nuova occupazione per tutte le figure che serviranno a garanzia dell’avvio di tutte le attività previste nel cronoprogramma approvato dal Ministero dell’Interno.
In tutta questa operazione, un ruolo decisivo lo avrà il Comune di Venafro che dovrà, tra l’altro, implementare i progetti territoriali di accoglienza, coniugando le Linee guida e gli standard dello Sprar con le caratteristiche e le peculiarità del territorio, vale a dire che, in base alla vocazione, alle capacità e competenze degli attori locali nonché tenendo conto delle risorse (professionali, strutturali, economiche), degli strumenti di welfare e delle strategie di politica sociale adottate negli anni.
La cabina di regia funziona alla perfezione. E i risultati raggiunti, fino a questo momento, sono stati di segno decisamente positivo tanto da ricevere complimenti dal Ministero dell’Interno sulla qualità dei servizi e la professionisti, vanto non solo a livello regionale, ma anche per tutto il Paese.

Marco Fusco

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