Nessuna teoria, nessun retropensiero, nessun complotto, niente di niente insomma, se non il fatto che più di qualche persona ha notato e segnalato come dopo il nostro articolo pubblicato in data 2 dicembre dal titolo “Pm2,5: continua la saga degli sforamenti nell’indifferenza totale” e dopo quello del giorno seguente “Aumenta l’inquinamento, è record: valori tre volte oltre il limite previsto”, il particolato fine sia rientrato magicamente nei limiti. Anzi, ben al di sotto. Dopo un novembre “nero”, per tre giorni le centraline Arpa di via Campania hanno restituito dati ‘confortanti’, con un livello di Pm2,5 “normali” per una città come Venafro.
Qualcuno sui social ha citato Giulio Andreotti (anche se in realtà l’aforisma risale addirittura a Papa Pio XI) «“A pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si indovina…”. Quantomeno singolare che il giorno dopo gli allarmi lanciati per i valori del Pm2,5 tripli rispetto al massimo consentito, le centraline registrino valori nella norma…». C’è pure chi azzarda che un altro fattore possa essere rappresentato dal fatto che nei fine settimana i controlli nei confronti delle fonti potenzialmente inquinanti siano meno frequenti.
Si sarà trattato di certo di un caso: ovviamente non abbiamo elementi per pensare il contrario. Tuttavia, qualche esperto in materia dovrebbe spiegare come mai nel week end appena trascorso quando, cioè, notoriamente non circolano i mezzi pesanti, gli sforamenti hanno ripreso a galoppare. E pesantemente. Si è passati da valori pari a 12, 8, 20 ug/m3, rispettivamente lunedì 3, martedì 4 e giovedì 5 dicembre, salvo poi registrare una nuova impennata venerdì, sabato e domenica: e cioé 62 ug/m3 il 6 dicembre, 55 ug/m3 il 7 e 43 ug/m3 l’8. Giova ricordare che il limite per la tutela della salute umana è pari a 25 ug/m3, soglia che scenderà a 20 il primo gennaio prossimo. In sostanza, si parla di dati doppi e tripli rispetti al valore “ammissibile”. Da specificare, comunque, che la normativa prevede una ‘misurazione’ su media annuale, ma per i venafrani ormai c’è poco ancora da attendere considerate le notizie di nuovi malati che spuntano con frequenza preoccupante.
Per la situazione di emergenza in cui versa Venafro, forse sarebbe il caso che chi di dovere abbia il coraggio di dotare l’Arpa Molise di strumentazione idonea a misurare anche le nano particelle nonché la diossina (tanto per citarne alcuni) presente nell’aria che i venafrani sono costretti a respirare.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.