Questa mattina quattro agenti della Polizia Scientifica di Napoli sono giunti nel carcere di Ponte San Leonardo a Isernia accompagnati da due uomini della Squadra Mobile di Campobasso. Subito dopo hanno varcato le porte dell’istituto di reclusione anche gli avvocati Salvatore Galeazzo, legale della famiglia De Luca, e Nicola Bonaduce, difensore dei due detenuti indagati dalla Procura della Repubblica di Isernia con l’ipotesi di reato di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto. La Scientifica ha provveduto ad effettuare accertamenti tecnici non ripetibili sulle due celle sequestrate nell’ambito dell’inchiesta nata dalla morte del 45enne romano, trasferito all’ospedale Cardarelli di Campobasso dal carcere di Isernia a seguito di una vasto ematoma cerebrale. Gli agenti provenienti dalla Questura partenopea hanno raccolto prove eventualmente utili alle indagini anche attraverso il luminol, composto chimico utilizzato per individuare tracce ematiche. Bocche cucite sull’esito degli ulteriori accertamenti condotti questa mattina in carcere che si son resi necessari dopo l’autopsia, effettuata nell’obitorio dell’ospedale Cardarelli dal dottor Vecchione sul corpo di Fabio De Luca. Dall’esame autoptico sarebbe emerso che le ferite riportate dal 45enne non sarebbe compatibili con una caduta accidentale dalla sommità di una scala e ciò avrebbe aggravato la posizione dei due detenuti presenti in cella al momento del ferimento del De Luca. Anche la Procura, considerata la delicatezza del caso, ha preferito non commentare. Tuttavia voci di corridoio raccolte all’interno del palazzo di giustizia ipotizzano l’allargamento dell’inchiesta anche ad altri soggetti. Investigatori ed inquirenti vogliono stabilire cosa sia realmente accaduto in cella anche per rispondere alla richiesta di verità che proviene dalla famiglia del 45enne romano.
