Si intensifica l’attività della Guardia di Finanza di Isernia coordinata dalla Procura della Repubblica in merito all’inchiesta su presunti appalti pubblici pilotati.

Nelle ultime ore le Fiamme Gialle agli ordini del colonnello Amedeo Gravina hanno visitato anche Comune di Isernia ed il palazzo di via Berta che ospita la sede della Provincia oltre ai municipi di Rionero, Castelpetroso, Castelpizzuto e Carovilli.

L’indagine, partita all’alba del 2 dicembre da Acquaviva, s’è estesa a macchia d’olio coinvolgendo in tutto una ventina di comuni mentre sarebbero oltre cento le persone iscritte nel registro degli indagati tra tecnici, amministratori e imprenditori.

In particolare la Finanza sta attenzionando alcune ditte il cui nome sarebbe ricorrente nell’aggiudicazione degli appalti non solo nella provincia di Isernia ma anche in quella di Campobasso.

Spesso lavori pubblici di piccolo importo ma anche appalti che supererebbero il milione di euro.

Le ipotesi d’accusa nei confronti degli indagati sono, a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, abuso d’ufficio, corruzione e concussione.

Bocche cucite in Procura e nella sede del comando provinciale della Guardia di Finanza.

“C’è un’indagine in corso” si limitano a riferire inquirenti ed investigatori in merito ad un’operazione che sta assumendo vaste proporzioni.

Nel muro di omertà contro cui si sono inizialmente imbattuti i finanzieri cominciano ad aprirsi delle crepe: alcuni degli indagati, infatti, starebbero collaborando, fornendo elementi utili all’inchiesta.

Una sorta di cartello tra poche società che, con la complicità di amministratori e funzionari conniventi, avrebbero messo in piedi una vera e propria spartizione del territorio attraverso procedure negoziate al posto di gare ad evidenza pubblica.

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