Donne ridotte in schiavitù per costringerle e prostituirsi. Accade ancora questo nel 2015 e l’ultimo esempio è venuto stamani dall’operazione condotta dalla Polizia di Stato, con gli agenti del commissariato di Termoli e della squadra mobile della questura di Campobasso.

Era arrivata in Italia dalla Bulgaria per un modesto lavoro da bracciante agricola, ma una 31enne, giunta nel bel paese, s’è vista di punto in bianco costretta a vendere il suo corpo e prostituirsi lungo la statale 16.

L’aguzzino di turno è M. A., pluri-pregiudicato di 27 anni originario di San Severo, tuttora agli arresti con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e porto d’arma da taglio atta a offendere: nella sua auto, infatti, dopo le perquisizioni sono stati trovati coltelli e contanti per diverse centinaia di euro.

La donna, tenuta segregata in una casa di campagna nell’hinterland di Guglionesi, alla vista degli agenti ha assaporato la salvezza ed ha così deciso di collaborare e aiutare gli stessi a incastrare il suo aguzzino.

Di lì a poco l’avvio delle indagini e l’aver smascherato una presunta organizzazione che gestisce l’arrivo di ragazze dell’est Europa in Italia. Nel corso della Conferenza, Iasi ha invitato i proprietari di appartamenti a verificare con oculatezza a chi si offrono le case in affitto.

L’intensificazione dei controlli sulla costa sta dando i suoi frutti e il 27enne, dopo la convalida dell’arresto da parte del gip Cappitelli su richiesta del Pm Carrai, è oggi associato al carcere di Larino. Le indagini per individuare ulteriori responsabilità proseguono serrate da parte degli uomini della Polizia di stato.

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