L’ennesimo gesto provocatorio del parroco del paese, oltre ad aprire un dibattito sulla ‘liceità’ delle adozioni per coppie omosessuali, ma ha soltanto creato disillusione tra la gente.
«Il solito Mario», ha detto una gran parte della popolazione, che ha registrato «con amarezza il nuovo tentativo del sacerdote di mettere letteralmente in piazza un tema su cui probabilmente non vanno date sentenze (e in questo caso il riferimento non è a quelle dei giudici, ndr), ma andrebbe aperta una riflessione seria».
Tra coloro che hanno accettato di esprimere la loro opinione a Primo Piano Molise c’è Marcella Carnevale, professionista di Carovilli rientrata nel suo comune d’origine dopo una lunga permanenza fuori regione.
Già nel maggio dello scorso anno, quando don Mario Fangio suonò le campane a morto per il ‘matrimonio tradizionale’, all’indomani dell’approvazione della legge sulle unioni civili, la Carnevale espresse tutto il suo malcontento per un atto che riteneva profondamente ingiusto.
Dopo l’affissione da parte del parroco del manifesto contro le adozioni gay, sancite dal tribunale di Firenze, la commercialista di Carovilli torna a tuonare contro il religioso «responsabile – a suo dire – di una profonda divisione all’interno del tessuto sociale del paese».
«Don Mario vive nel suo piccolo mondo, arcaico e medievale – ha affermato la signora -. Forse è lì che la Chiesa vorrebbe che noi tutti tornassimo. Il suo problema è che non riesce a distinguere peccato e reato. Si tratta di leggi dello Stato che vanno rispettate. Il mondo civile e la scienza vanno avanti ed è ora che Don Mario si dia una calmata, anche perché così facendo alimenta divisioni nel paese».
Secondo Marcella Carnevale dalla primavera scorsa, cioè da quando persino le cronache nazionali si occuparono della provocazione di don Mario contro le unioni civili, si è creata una frattura all’interno della comunità che non si è ancora ricomposta.
Di conseguenza, la scelta di affiggere un ulteriore manifesto che ‘condanna’ l’affidamento di minori a coppie gay, rappresenterebbe un ulteriore duro colpo alla unità del popolo di Carovilli.
«Tutti i parroci del mondo cercano di unire mentre a don Mario Fangio piace dividere – ha tuonato ancora -. Io credo che bisognerebbe essere contenti che dei bambini ricevano amore. Fossi in lui mi preoccuperei dei minori abusati, piuttosto che di quelli che escono da una situazione di degrado. Dal pulpito non ho mai sentito una parola sulle vittime di violenza eppure continua a dare lezioni sulla famiglia e su come si educa un bambino. Nutro molta stima per i parroci, ma don Mario appartiene a una categoria di religiosi non evoluta: non è una persona disposta a discutere». Lo scorso anno alcuni cittadini si rivolsero al vescovo per lamentare le ingerenze del parroco in un ambito che non attiene a quello ecclesiastico e su cui, persino papa Francesco, predica accoglienza. «Sono amareggiata, ma non sarà di sicuro don Mario a scomporre la pace che ci siamo create ma che lui non pratica», ha concluso la cittadina di Carovilli. VC

3 Commenti

  1. Donato Paolone scrive:

    Oggi si fa una grande confusione dei concetti, li si usa a proprio uso e consumo. Immersi in un relativismo culturale, in un pedissequo seguire mode così come si segue la moda del jeans strappato, stiamo perdendo la bussola. Quando qualcuno dice le cose negli stessi termini in cui le ha dette il parroco, diventa l’asociale o l’anormale di turno. Preferisco essere “anormale” piuttosto che schiavo di concettualizzazioni distorte e pretestuose. Complimenti, Don Mario!

  2. Demetrio scrive:

    Ma che atto provocatorio e atto provocatorio, qui si tratta di aver detto semplicemente la verità! In questo mondo di oggi, in cui si va avanti solo con finti sorrisi e finte pacche sulle spalle, affermare certi concetti sembra cosa d’altri tempi, ed invece non è altro che la verità! Un figlio non è un manufatto che si sforna da una fabbrica per poi metterlo sul mercato, e non ci si può trincerare dietro il relativismo solo perché si pensa di fare quello che si vuole, usando male il concetto di libertà. Madre natura si riprende sempre quello che è suo, la storia ce lo insegna, ed anche questo sarà il caso, quindi mettiamoci bene in testa che è inutile provare a ribaltare le cose, perché le cose ribalteranno noi.

  3. Mara scrive:

    Vada avanti, Don Mario, ha tutto il mio sostegno. Noi cristiani dobbiamo essere prima di tutto SENTINELLE, e questo deve portarci a denunciare ciò che non va, sulla stregua di Gesù che ha parlato molto fortemente nei confronti dei mercanti del tempio. Ribaltare la realtà a proprio uso e consumo, relativizzare tutto, quindi dire che una coppia gay può adottare dei bambini perché tanto il rapporto maschio-femmina non conta sono la prova eclatante dell’immenso vuoto culturale e morale in cui siamo sprofondati. Ci stiamo attaccando a tutto pur di sopravvivere.

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