In nome di Allah minaccia di compiere una strage all’interno del carcere di Isernia.
Un afghano di 35 anni, richiedente asilo in Italia, è stato arrestato la scorsa settimana per tentata estorsione. Con l’uso della violenza ha cercato di ‘spillare’ soldi al gestore d’un Cat della provincia di Isernia dal quale era stato espulso. Pretendeva la corresponsione della diaria nonostante non ne avesse più diritto. Dopo la traduzione nel penitenziario di Ponte San Leonardo, all’interno del carcere ha dato in escandescenze sostenendo di dover tagliare le gole degli occidentali in nome della Jihad e annunciando l’intenzione di farsi saltare in aria per colpire gli ‘infedeli’ tramite una cintura esplosiva.
Un atteggiamento inquietante da cui gli inquirenti sono partiti con una serie di accertamenti coordinati dalla Procura distrettuale antimafia di Campobasso, competente in materia di terrorismo.
Sul caso, molto delicato, vige il più stretto riserbo. Poco o nulla trapela, ma la sensazione è che la pista seguita da chi sta indagando porterebbe dritto ad un’associazione terroristica.
Adesso bisognerà capire se il 35enne si sia radicalizzato durante la sua permanenza in Italia.
Non si esclude che nelle prossime ore possa essere aperto a suo carico un ulteriore fascicolo per risalire alla rete dei suoi contatti e per scoprire se l’uomo sia effettivamente affiliato a cellule estremistiche vicine al sedicente Stato islamico.
Gli inquirenti sono cauti e, soprattutto, non vogliono ingenerare allarme nella popolazione.
I prossimi giorni saranno cruciali per approfondire i dettagli della vicenda e per valutare il livello di pericolosità dell’arrestato.
Da indiscrezioni sembra che il 35enne si sia chiuso in un assoluto silenzio limitandosi a pregare Allah durante l’intero arco della giornata. Le indagini, inoltre, dovranno accertare se l’afghano abbia tentato di fare proseliti tra gli altri migranti del centro d’accoglienza di cui era ospite. Sarebbe il primo caso del genere in provincia di Isernia. Non un unicum, però, in Molise dove alcuni mesi fa un imam somalo di 22 anni è stato arrestato perché sospettato di voler organizzare un attentato a Roma.
Anche in quel caso l’imam inneggiava allo Stato islamico, esaltava il massacro di Charlie Hebdo e
il martirio della Jihad. Il giovane fu tratto in arresto a Campomarino, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo condotta dalla Digos su delega della Procura di Campobasso.
Il 22enne, come si ricorderà, era stato filmato dalle telecamere nascoste mentre guardava video di attentati sul suo cellulare. Progettava di fuggire dal centro di accoglienza con l’obiettivo di partire per la Siria al fine di addestrarsi per poi tornare in Italia e lanciare l’attacco alla stazione di Roma. Durante la sua permanenza nella struttura aveva raccolto diversi proseliti per la Jihad. Dopo la condanna in primo grado, l’Appello proprio nei giorni scorsi ha confermato la pena per l’imam somalo.

2 Commenti

  1. Gianmaria Depensieri scrive:

    Purtroppo l’Occidente si sta attirando episodi di questo genere perché non è più capace di difendere la propria identità, i propri valori spirituali, morali, sociali. Controbatte con improbabili mosse quali la riapertura di una strada o di un locale dove c’è stata una strage, oppure bombardando l’Isis nelle sue roccaforti, pensando di annientare la mala pianta sul nascere. Il problema vero è nei nostri Paesi, e’ nelle moschee abusive, e’ nel fatto che, in nome di una concezione totalmente distorta di democrazia, non facciamo togliere il velo alle donne musulmane, e addirittura intavoliamo dibattiti sulla giustezza di provvedimenti quali quello di farlo togliere durante i controlli negli aeroporti piuttosto che far togliere il costume super castigato nelle spiagge francesi. E’ moderata secondo voi una religione che venera un guerriero che ha sposato una bambina di nove anni; che impedisce ad una donna di baciare sulla guancia uomini che non siano il proprio marito; che dice solo a parole che il velo e’ una libera scelta, ma che solleva strali contro le donne che non vogliono indossarlo; che vede nello sport femminile un’occasione di degenerazione perché può portare a scoprire il corpo? E noi dovremmo anche chiederci se tutto questo è condivisibile o meno? Siamo dei pazzi!

  2. Elisabetta scrive:

    Ci sono troppi pochi controlli nei confronti di questa gente. Non occorre bombardare le roccaforti dell’Isis nella speranza di sgominare la mentalità criminale, come spera di fare Trump: bisogna ripartire da chi vive nelle nostre città, da chi ci vuole imporre le proprie regole o pseudo-tali, da chi vuole espropriarci della nostra identità. Solo difendendo i nostri valori, il nostro patrimonio spirituale, culturale, sociale possiamo sbaragliare questi folli. Ad un’idea si risponde con un’altra idea, non ritornando a bersi una birra al Bataclan!!!

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