È arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli in condizioni critiche. I medici del reparto di Malattie infettive hanno fatto di tutto per salvargli la vota, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Aveva solo 37 anni il nigeriano deceduto ieri a causa di una tubercolosi miliare, una grave complicanza che inizia quando i focolai del polmone disseminano l’infezione nel sistema venoso polmonare di ritorno al cuore e quindi all’intero organismo, colpendo tutti gli organi e anche il sistema osseo. Il giovane, ospite di un centro di accoglienza dell’area matesina, «era stato ricoverato al Pronto soccorso nei giorni scorsi – fanno sapere dal Cardarelli – ma le sue condizioni sono apparse subito disperate. Trasferito nel reparto di Malattie infettive, è stato sottoposto a tutte le terapie del caso, ma l’infezione era troppo grave». L’ospedale, come da prassi, ha già segnalato il caso al Servizio di Igiene pubblica e disposto la profilassi del personale.
Il caso, inevitabilmente, riaccende i riflettori sulla gestione dei Cas in Molise, molti dei quali sprovvisti di un presidio medico adeguatamente fornito di quanto necessario per le cure ambulatoriali urgenti ed organizzato con la presenza di personale medico e paramedico. I Cas devono, per legge, garantire per tutto il periodo di accoglienza l’assistenza sanitaria fino all’eventuale ricovero presso le strutture ospedaliere.
Ricovero che, nel caso del 37enne nigeriano, forse è avvenuto troppo tardi.

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