Sono 17 i senatori del gruppo ‘Federazione della Libertà’ che hanno sottoscritto l’interrogazione sul caso ‘Papa Petescia’. Primo firmatario, il ministro delle Riforme del governo Letta Gaetano Quagliariello. Fra gli altri, Mario Mauro (pure lui ministro, della Difesa, con Letta premier) e Carlo Giovanardi.
L’interrogazione è ai titolari di Giustizia e Interno e al presidente del Consiglio per chiedere di accertare il corretto iter procedurale dell’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Campobasso nei confronti del magistrato Fabio Papa e della direttrice di Telemolise Manuela Petescia, assolti con formula piena dal gup di Bari.
Erano accusati a vario titolo di tentata estorsione, tentata concussione, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio e falso ideologico.
Le indagini erano scattate a seguito di quanto riferito alla magistratura dal presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, su una presunta cena nella quale Papa e Petescia avrebbero chiesto al governatore, accompagnato nella circostanza dall’avvocato Salvatore Di Pardo, di approvare – così ricostruisce l’interrogazione parlamentare – una norma regionale che assicurasse a Telemolise un finanziamento di 400mila euro. In caso contrario, questa la tesi sostenuta da Frattura e dalla procura di Bari, avrebbero minacciato un’accelerazione dell’inchiesta ‘Biocom’ che vedeva coinvolto il governatore e una sfavorevole campagna mediatica.
La tesi accusatoria è stata smentita dalla sentenza del gup che il 4 maggio ha assolto Papa e Petescia. Ora, dunque, i senatori di ‘Federazione della Libertà’ chiedono di fare piena luce sulla vicenda anche in considerazione di quanto dichiarato dalla giornalista che in una conferenza stampa aveva puntato il dito sull’attività di indagine denunciando, tra l’altro, manipolazioni delle intercettazioni telefoniche e falsificazioni di documenti.
Tutto questo, «per assicurare il corretto esercizio della giurisdizione e del procedimento disciplinare, e rassicurare i cittadini che le loro segnalazioni e denunce non restino inevase». Al Governo, inoltre, chiedono «quali iniziative intenda intraprendere per accertare la congruità e la liceità dei comportamenti della Squadra Mobile dell’epoca», se «il ministro dell’Interno sia a conoscenza dei gravi addebiti sollevati nei confronti del personale dirigente della Squadra mobile e della Questura di Campobasso all’epoca dei fatti riportati, constatato anche il rapporto di parentela molto stretto tra il capo di gabinetto pro tempore della Questura», sorella del presidente della Regione. Inoltre, «quali iniziative il ministro dell’Interno intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di accertare l’accaduto e adottare i provvedimenti conseguenti» e se «la Presidenza del Consiglio dei Ministri, prima di dare mandato all’Avvocatura dello Stato per la costituzione di parte civile, abbia compiuto un’istruttoria preliminare, onde verificare l’opportunità di tale iniziativa».

Un Commento

  1. luigi viscusi scrive:

    Era ora complimenti

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