ISERNIA. Dopo un lungo periodo di assenza dalla scena pubblica, Antonio Bianchi ha deciso di rompere il silenzio per raccontare la sua verità su Oti, Ferré ed ovviamente Ittierre.

Partendo da un assunto: “Con la sentenza della Cassazione che non ha confermato il sequestro dei capi a marchio Ferré il magazzino di Pettoranello aumenta il suo valore di circa due milioni di euro. La decisione dei giudici conferma che non sono stato autore di alcuna contraffazione. A mano a mano verranno a galla tutte le verità. E’ una vicenda che non mi ha mai dato grandi preoccupazioni perché è stata costruita una causa senza fondamento”.

E’ lei l’ostacolo nelle trattative tra Ikf ed Oti?

“Assolutamente no. In due consigli di amministrazione, sia di Oti sia di Ittierre, ho ribadito la mia volontà nel vendere le quote di mia pertinenza ma a due condizioni: la prima è che Ikf faccia una proposta seria alla procedura, quindi al tribunale di Isernia; una proposta che dia alla Oti garanzia di continuità e che permetta alla liquidazione di Ittierre di portare a termine nel migliore dei modi la liquidazione stessa col pagamento dei creditori nella maniera più adeguata. Non mi sembra allo stato delle cose che la proposta sul tavolo sino ad oggi dia queste garanzie. Tanto è vero che il dottor Ferreri e la dottoressa Caruso continuano a chiedere migliorie ad una proposta decisamente insufficiente. Delle migliorie sostanziali a una proposta che giudico anch’io inadeguata. Questo è il motivo dei ritardi che vogliono addebitare al sottoscritto; ma io non fatto perdere alla procedura nemmeno un minuto”.

La seconda condizione?

“E’ che le mie quote vengano pagate ad un giusto valore economico secondo i dati di bilancio relativi all’anno 2014. Voglio agevolare in tutto e per tutto il percorso della vendita di Ittierre. Trovo però vergognoso dire che si preferisce dare soldi ai creditori piuttosto che al possessore delle quote. Ai creditori devono dare i soldi provenienti da una proposta adeguata. Oggi stanno pagando Oti e Ittierre esattamente con il denaro che trovano sul conto corrente di Oti. Senza metterci nulla di proprio. Questo è il motivo per cui ci sono queste ‘trattative serrate’”.

Il suo stato d’animo attuale?

“Sono molto sereno, nonostante tutto. Desidero che tutto quello che viene fatto nella mia azienda, venga fatto nella maniera più corretta e più trasparente possibile”.

C’era lei dietro la Europa Investimenti?

“Non so neppure da chi sia rappresentata la Europa Investimenti. Smentisco categoricamente”.

Ha incontrato il patron di Ikf?

“Ho avuto con un incontro preliminare. Ora è in contatto con un mio consulente. Se c’è la reale volontà di comprare Oti, troveranno un accordo rapidissimo”.

Dossi, Casini, Missardi: tre candidati alla sua successione nel tessile in Molise…

“Non li conosco personalmente e quindi solitamente non giudico ciò che non conosco. Auguro loro le fortune professionali che meritano”.

E’ rientrato di recente in Molise?

“Torno ogni tanto, quando c’è bisogno del sottoscritto”.

E’ vero che ha in animo di ripartire con una piccola azienda nell’hinterland isernino?

“Assolutamente falso. È giusto che vada avanti chi ha intenzioni serie. Io non voglio essere un elemento di disturbo. Peraltro disperdere energie in mille rivoli è dannoso. Meglio concentrare le forze in un unico fiume purché sia navigato in maniera corretta dagli interessati”.

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