L’Istat pubblica i conti nazionali per settore istituzionale per gli anni 2014-2016. Mentre una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro (realizzata su elaborazione di dati Istat) illustra l’andamento economico del nostro Paese.
Per l’Istat nel 2016 le famiglie hanno aumentato la spesa per consumi (+1,3%) in misura inferiore rispetto alla crescita del reddito disponibile (+1,6%); di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie sale all’8,6% (+0,2 punti percentuali). Il potere di acquisto delle famiglie registra nel 2016 lo stesso tasso di crescita del reddito nominale (+1,6%).
Mentre i dati pubblicati da ImpresaLavoro nella sua ricerca evidenzia che dal 2007 il Pil pro capite degli italiani è sceso del 10,8%. In particolare dal 2007 al 2015 è passato da 28.699 a 25.586 euro (-3.113 euro). Nessuna regione è riuscita ancora a tornare ai livelli precedenti la crisi, ma in alcuni casi il calo del Pil pro capite medio dei suoi cittadini è stato più sensibile. In fondo alla graduatoria, ordinata per variazione percentuale negativa, troviamo Molise (-19,3%), Umbria (-18,3%), Lazio (-17,7%) e Campania (-16%). Restano al di sotto del dato nazionale anche regioni del Nord come Friuli Venezia Giulia (-11,4%), Liguria (-11,6%), Piemonte (-12,3%) e Valle d’Aosta (-12,6%). Meno colpite, anche se sempre in territorio negativo, sono state invece Trentino Altro Adige (-3,2%), Basilicata (-4,5%), Abruzzo (-6,2%) e Lombardia (-7,9%) che fanno registrare performance sensibilmente migliori della media nazionale.
Nel 2016 nel nostro Paese risultano poi occupate 22.757.840 persone, un dato ancora inferiore di 136.107 unità a quello del 2007, quando gli occupati erano 22.893.947. I dati regionali dimostrano una certa diversità dei livelli occupazionali.
Rispetto al 2007 già oggi risultano occupate più persone nel Lazio (+201.070, +9,42%), in Trentino Alto Adige (+31.645, +7.04%), in Toscana (+35.856, +2,34%), in Emilia Romagna (+42.685, +2,22%) e in Lombardia (+90.958, +2,15%). E se il Veneto è sostanzialmente quasi ritornato agli stessi livelli del periodo pre-crisi (-18.698, -0,89%), ancora lontane dai livelli occupazionali di nove anni fa restano regioni del Nord come la Liguria (-23.607, -3,73%), il Friuli Venezia Giulia (-20.384, -3,93%) e la Valle d’Aosta (-2.391, -4,21%). In questo stesso periodo di tempo si registra una contrazione piu’ marcata degli occupati in tutte le regioni del Sud: Campania (-74.139, -4,33%), Molise (-5.539, -4,97%), Puglia (-80.425, -6,31%), Sardegna (-43.816, -7,23%), Sicilia (-129.443, -8,74%) e Calabria (-69.093, -11,67%).

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