Bilancio assolutamente negativo, quello tracciato dalla Uil Poste ad un anno dall’avvio del nuovo servizio di recapito.
Una «vera e propria razionalizzazione con tagli di zone e personale, 39 unità nella sola provincia di Campobasso», afferma il segretario regionale di Uil Poste Molise Giuseppe Contento.
Per il sindacato questi sono i risultati della ‘riorganizzazione’: «Caos organizzativo nella gestione del recapito ad un anno di distanza, (due zone messo notificatore non ancora assegnate per la titolarità, riduzione delle linee plus che passano da 7 a 4 su Campobasso e la chiusura del Csd di Bojano e di Venafro per lasciare Casacalenda); un servizio universale offerto ai cittadini in modo discriminante (cittadini di serie A e cittadini di serie B); incertezze per molti dipendenti che attualmente risultano sposizionati; una esternalizzazione di una parte del servizio inesitate in centri urbani ben serviti dalla rete logistica di Poste italiane».
Intanto, prosegue Contento, l’azienda «ha provveduto ad esternalizzare una parte del servizio di gestione delle inesitate affidando lo stesso ad accollatari esterni. Perché scippare il lavoro ai propri dipendenti?». In Poste italiane ci sono dipendenti part-time e a tempo determinato e «un processo di esternalizzazione non può che essere dannoso per i lavoratori precari e per lo sviluppo dell’intero comparto. Se questo disegno è l’inizio di una politica tesa a dismettere tale servizio, la Uil Poste
Molise non potrà che schierarsi dalla parte dei lavoratori a salvaguardia dei posti di lavoro e incalzare l’azienda affinché desista da politiche poco attente allo sviluppo aziendale e territoriale».

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