Un incontro andato avanti fino al tardo pomeriggio di ieri, con l’obiettivo di dare risposte ai 39 lavoratori dell’Oti, che da mesi ormai attendono di capire quale sarà il loro futuro. Invece, una soluzione, per loro non si è ancora trovata. Il vertice di ieri a Isernia era stato promosso dal presidente del tribunale Vincenzo Di Giacomo, per formulare una proposta che davvero avrebbe potuto rappresentare una via d’uscita. Ma, al momento, un’intesa non è stata ancora raggiunta.
In sostanza Di Giacomo ha proposto a Oti e Ittierre di licenziare i lavoratori. Un provvedimento che entrambe le aziende dovrebbero adottare nel corso di un apposito tavolo conciliatorio presso l’Ufficio del Lavoro. La soluzione ideale, in pratica,che consentirebbe loro di poter usufruire degli ammortizzatori sociali. La proposta prevede quindi che, in una fase successiva, sia un giudice a valutare e decidere quale società, eventualmente, dovrà corrispondere ai dipendenti gli oneri delle indennità di preavviso. Con tale sistema però i lavoratori potrebbero finalmente accedere alla disoccupazione (sempre la Naspi) o sottoscrivere un nuovo contratto di lavoro.
Dopo una lunga giornata di trattative serrate, che ha visto presente in aula anche i sindacati, i rappresentanti della Ittierre hanno dato la disponibilità ad accogliere la proposta. Diverso invece l’atteggiamento della Oti. I responsabili dell’azienda milanese hanno infatti preso tempo, sostenendo di dover consultare i loro legali, prima di firmare, eventualmente, l’intesa.
«È stato un incontro proficuo – ha commentato il legale dei dipendenti Oreste Scurti – ed eccellente dal punto di vista della soluzione proposta. Ora aspettiamo la decisione della Oti. Ma se non dovesse arrivare in tempi brevi, saremo pronti ad adire le vie legali».
Una situazione davvero paradossale quella che si trovano a vivere i lavoratori dell’azienda nata dalle ceneri dell’ex fabbrica della moda molisana. Di fatto non hanno un impiego e, allo stesso tempo, non possono nemmeno contare sul licenziamento che, almeno, consentirebbe loro di accedere agli ammortizzatori sociali. Ieri hanno naturalmente sperato in un accordo, che però non è arrivato.
Le dimissioni per giusta causa. Era questa l’altra strada ritenuta percorribile. E della questione, nei giorni scorsi, si è occupato anche il prefetto Fernando Guida che si era attivato per cercare di favorire un accordo tra le parti. Aveva inviato un apposito quesito all’Ispettorato, cui ha avuto risposta e i cui esiti ha voluto rendere noti ai sindacati del comparto tessile, Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl. In sostanza, ‘in luogo del licenziamento collettivo’, l’Ispettorato ha condiviso «la percorribilità dell’ipotesi di accesso alla Naspi attraverso le dimissioni per giusta causa», precisando che tale strada deve essere intrapresa «con le procedure del caso», ovvero «nell’ambito della conciliazione da tenersi presso la Direzione territoriale del lavoro, oggi Ispettorato del lavoro».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.