Gentile signor sindaco,

che dire: siamo basiti. Non bastava la diatriba della passata giunta, adesso dobbiamo sorbirci un ulteriore tira e molla fra amministrazione comunale e quel pugno di commercianti che non sa dove abiti il concetto di Bene Comune. Lo sa benissimo che determinati provvedimenti, e le ordinanze più in generale, non possono accontentare tutti, ma se pensa che gli scontenti si contano sulle dita di una mano a fronte di migliaia di persone che hanno firmato una petizione o hanno detto la propria in varie  sedi, calpestare tutto ciò perché si è spaventati da un misero ricorso al Tar – che va tanto di moda in Italia – significa prendere in giro i campobassani! Piuttosto, cominci a programmare iniziative culturali, artistiche, commerciali nella zona. Veda se può coinvolgere la Coldiretti e Città Viva, faccia della piazza il fulcro economico e culturale del capoluogo.

Vorremmo fare un’altra riflessione: non è scritto da nessuna parte che ci siano esercizi commerciali ogni tre per due. Si può prevedere l’alternanza di sedi di associazioni di categoria, quotidiani, scuole di musica, calmierando affitti o compravendite dei locali. Inoltre, gli stessi che lamentano un presunto (tutto da dimostrare…) calo delle vendite, sappiano che i centri commerciali la fanno da padroni ormai, e le offerte che ivi può trovare il cliente non sono paragonabili a quanto si può trovare presso esercizi a conduzione familiare. Se non si parte da questo assunto, si continuerà a vedere la questione con lenti distorte.

Se Campobasso non ha programmazione – come sta accadendo, per esempio, alla gestione del verde pubblico nella ciclabile di Ferrazzano, in viale Elena e in tutte le zone in cui il verde è latitante – è consequenziale che sparute minoranze di cultori dell’interesse personale pensino di approfittare di certe debolezze. Ci pensi, signor sindaco, perché ne abbiamo abbastanza di queste beffe!

Grazie

 

Attilio Crescimbeni

Elisabetta Sciscenti

Donato Paolucci

Delia Hafez

6 Commenti

  1. Teresa Marcantonio scrive:

    Caro sindaco, perché non valorizzare l’area con una bella sala di lettura-biblioteca, un locale adibito a prove teatrali o musicali ed alcune botteghe artigiane, che vadano oltre la lavorazione dell’oro? Non le pare che adesso bisogna rimboccarsi le maniche per rivitalizzarla?

  2. Annamaria Palmieri scrive:

    Scusate, ma perché non si spostano i gazebo della Coldiretti da Piazza del Municipio a Piazza Pepe? E perché non si sposta l’iniziativa dal giovedì al sabato, in modo tale da richiamare più gente e farvi accorrere anche chi lavora dal lunedì al venerdì? E perché, anziché assistere all’aprire e chiudere di bar, pizzerie, negozi di abbigliamento non si calmierano gli affitti e si danno i locali a piccoli artigiani, sedi sindacali, associazioni culturali? Sarebbe una cattiva idea pensare alla Giornata dell’Artigianato Locale? E via di questo passo…. Non è molto difficile, sindaco, ci rifletta se vuole ridare alla piazza il lustro che si merita!

  3. Donato Paolone scrive:

    “Vivi la tua città” è sicuramente una lodevole iniziativa, tuttavia si pensi a rendere la Piazza una sede stabile di concerti, mercatini dell’antiquariato o del libro, vendita di prodotti locali, manifestazioni di vario genere. Vedrete che la gente sarà spinta a frequentarla. La frequentazione non è proporzionale ai metri che separano la mia automobile dall’esercizio commerciale in cui devo andare!

  4. Demetrio Colacci scrive:

    Quando, qualche anno fa, Massimo Dapporto venne ad esibirsi al teatro Savoia, disse di essere rimasto colpito dalla Piazza e dai vicoli circostanti. Se venisse adesso, rimarrebbe colpito dalle diatribe inutili dei soliti individualisti legati al tornaconto personale, che legano il concetto di rivitalizzazione a quello di sosta e traffico selvaggio. Una piazza si rivitalizza con eventi culturali, culinari, artistici. Se non sapete come si fa, varcate il confine molisano, prendete appunti e mettete in pratica.

  5. Arianna Di Biase scrive:

    Il provvedimento di chiusura è stato preso, i gufi (commercianti) della zona sono stati zittiti, adesso si passi ai fatti valorizzandola con iniziative culturali ed artistiche, come è stato detto. Poi, la pavimentazione è davvero precaria: quei vecchi e lisci lastroni non agevolano la camminata, sono sconnessi, e non si sposano con l’architettura circostante. Per non parlare di quelli di via Ferrari e via S. Leonardo.

  6. Mariachiara Amodio scrive:

    Carissimi cittadini, che dire: avete colto nel segno, e ogni ulteriore riflessione risulterebbe inutile. Una cosa pero’ lasciatemela dire: Campobasso la smetta di vivacchiare, di vivere autarchicamente, di crearsi il proprio sistema di regole del tutto personale, quando il resto d’Italia viaggia a ben altre velocita’!

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