MANIERI MOLISANI IN MINIATURA

A cura del prof. Filippo Ungaro

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“Giornate Nazionali dei Castelli”? Un evento di rilievo, che si ripete da parecchie edizioni ed a cura del meritevole “Istituto Nazionale dei Castelli”.

Ebbene, in riferimento privilegiato al Molise, potremmo argomentare anche di “Anni nazionali dei Castelli”, poiché un provetto maestro-ceramista di Macchiagodena, e, cioè, Gino Manocchio, votato per vocazione al bel mondo dell’arte, da vari anni continua, a sua spese e senza profitto alcuno (“…rara avis in terris”, lo definirebbe un redivivo Giovenale), a plasmare incantevoli modellini architettonici, realizzati con argilla cotta al forno.

Le sue mirabili miniature, prima circoscritte al fascinoso borgo antico del suo paese, hanno assunto, “progrediente aetate”, una non minore importanza a livello regionale, in virtù del fatto che ricostruiscono, con pazienza estrema e certosina attenzione “praecipuis in rebus”, i capolavori più considerevoli dell’architettura regionale del Molise, e, soprattutto, i poderosi manieri regionali.

Ebbene, entrando nel luogo, ove il gentilissimo ed affabile maestro attende alla sua insonne e laboriosa attività creativa, l’ignaro visitatore scopre un mondo favoloso, come è già avvenuto per la delizia di alcuni turisti, in cui può ammirare di tutto.

Fanno bella mostra della loro valenza tante anfore, vari strumenti artigianali ed attrezzi rurali d’un tempo, casette di campagna, interi rioni paesani, monumenti, vasche, fontane e quant’altro, tutti ispirati alla riproduzione in manufatti di piccole proporzioni.

Il “pezzo forte” della raccolta, nata dall’estro del talentuoso “Gino”, è, ultimamente, costituito dalla riproduzione di alcune storiche fortezze del Molise, tra le quali i manieri di Campobasso, Castropignano, Cerro al Volturno, Macchiagodena ed altri, ancora in fase di allestimento o in attesa di cottura al forno, tutti plasmati con terracotta di Sansepolcro (Arezzo), la patria di Piero della Francesca.

Quando l’esperto maestro avrà ultimato la riproduzione dei castelli, la sua “personale” collezione avrà tutti i requisiti di una raccolta di rilievo, degna di essere ospitata in un museo, regionale, cittadino o paesano che sia.

Nella dimensione creativa di “Gino” tutto profuma di testimonianze e ricordi artistici, talché il suo stesso cane, che scodinzola felice tra le ceramiche del suo padrone, risponde al nome illustre di “Giotto”!

“Lo faccio per passione e per valorizzare disinteressatamente le bellezze del Molise, nonché per avvicinare le giovani generazioni al gusto per i veri valori del vivere, che è, purtroppo, oggi condizionato dalla sete smodata del profitto e dall’indifferenza verso i prodotti artistici”: questo ha sostenuto, nel corso di un nostro incontro, l’artista ed amico macchiagodenese.

Complimenti a Gino Manocchio per la sua generosità intellettuale!

Macchiagodena, maggio 2016

Filippo Ungaro

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