Inno alla Giovinezza

(Per le generazioni molisane di ieri, di oggi e di domani…)

 

Nei prati verdeggianti, tra cespugli e pruni che s’inselvano ridondanti, mormorano soffuse parole d’amor leggiadre figure: si ode la soffusa melodia dei cori d’invisibili creature, che cantano l’inno della giovinezza.

Sono palpiti che vibrano, è la gioventù che dal tempo informe e dalla notte illune sorge impetuosa a respirare l’aria della novella vita, a ritemprare le forze sopite, a vivere l’ora propizia.

Come dalle falde dei monti l’acqua racchiusa rompe i freni ed incontro al sole zampilla, l’alma virtù sparge i suoi raggi sui volti e li converte in fiori, sulla mestizia e la muta in perenne incanto, sull’ombra e l’evolve in luce.

Fiammeggia nei boschi la nuova aurora. L’invocano desiosi i fremiti che indorano la primavera del soffio eterno di giovinezza, mentre la vita scorre piena di speranze e s’invermiglia nei molli prati, alimentando la dolcezza di un novello sogno e del palpito del cuore, pulsante di gaudio per l’avvenire che batte alle porte.

Giovinezza, che tacesti in quei momenti che fremevano di pianto, che i sogni offristi alla dolce attesa di rinnovata speme, che leggiadra ti cullasti nell’oblio del tempo fugace, ora respira appieno il profumo del roseto che ti pasce. Nasce dal profondo dell’alma il tripudio dei tuoi sentimenti puri e belli, alimentati da uno sguardo profondo come l’azzurra distesa marina.

Fra le gonfie spighe d’oro, sui molli steli papaverini, fra le corolle che si schiudono al sole, salga la tua virtù vitale, sparga nei solchi aperti del nuovo sentire i semi dell’alloro, si ridestino le sopite energie.

In alto i cuori! Tra le fiamme ardenti di un ideale che non si franga agli urti, ad un forte avvenire è schiusa la tua vita, giovinezza!

Dal Molise, per un “25 aprile” speciale!

 Filippo Ungaro

 

 

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