(Quando le neve diventa poesia in Molise)
Come bianca fata
Cala la neve, silente e copiosa,
con le pendici in fretta si sposa,
or blanda, or con furia insana,
nel turbine s’involve di buriana.
Dagli erti monti alle piane coste
candida fiocca, avulsa da soste,
l’eterea dea, sol di bianco vestita,
da cùpido Febo nudata e tradita.
Vanno con flemma estrema l’ore
e pigro domina algido biancore;
cessa il vago ed umano rumorio,
che dei vani ricordi va nell’oblio.
Terreo ogni residuo affanno tace,
al cor flebile donando tanta pace;
perde senso quell’inutile impegno,
dei nostri oscuri anni labile segno.
Scendi, coltre pura e immacolata,
imbianca, o chiara e lucente fata,
l’orbe dall’Amore benigno creato,
da noi ingrati sempre più violato!
Filippo Ungaro
(Nevicate molisane del 26 feb. 2018)