Danni, devastazione. Ancora morti. Il triste bilancio di alluvioni e maltempo in Italia. Così il Belpaese si scopre fragile e riscopre che oltre 6.600 comuni, l’82% del totale, sono in aree ad elevato rischio idrogeologico, pari al 10% della sua superficie: la popolazione ‘potenzialmente esposta’ è stimata in 5,8 milioni di persone.

Questo dato emerge da analisi recenti  di Legambiente e Protezione civile, che mettono in evidenza come in 10 anni in Italia sia raddoppiata l’area dei territori colpiti da alluvioni e frane. Nella classifica delle regioni a maggior rischio idrogeologico la Calabria è prima con il 100% dei comuni esposti; al 100% ci sono anche la provincia di Trento, il Molise, la Basilicata, l’Umbria, la Valle d’Aosta.

“Siamo consapevoli di essere zona a rischio, per questo in Molise – commenta l’assessore regionale ai Lavori pubblici Pierpaolo Nagni – il quadro della prevenzione è fondamentale. Per le aree a rischio che potrebbero essere franose in caso di eventi meteorologici importanti non sono state ancora realizzate grandi opere, se non quelle previste e in corso di esecuzione coi 27 milioni di euro stanziati contro il dissesto e che, devo dire la verità, abbiamo ereditato”.

Tra le cause che condizionano ed amplificano il rischio idrogeologico c’è l’azione dell’uomo (abbandono e degrado, cementificazione, consumo di suolo, abusivismo, disboscamento e incendi). Ma anche e soprattutto la mancanza di una seria manutenzione e di una organica politica di prevenzione. È esattamente questo il vulnus su cui ha puntato il dito il presidente del Consiglio.  “Ci sono vent’anni di politica del territorio da rottamare – ha detto Matteo Renzi – anche in alcune Regioni del centrosinistra”. Mentre proprio da alcuni governatori di centrosinistra sono partite le bordate al governo nazionale per i condoni approvati in passato, Nagni sostiene di condividere “molte delle cose che dice Renzi”. Accetta la sfida del premier, così la interpreta. “La sinergia che abbiamo messo in campo in questi mesi fra governo regionale e parlamentari sta dando i suoi frutti – tira poi le somme l’assessore -, ci permette di arrivare ai tavoli giusti”. L’interlocuzione è in particolare con il capo della struttura di missione contro il dissesto, il sottosegretario D’Angelis. “Venerdì abbiamo riunito le Province, le autorità di bacino, i consorzi di bonifica e la Protezione civile: a tutti abbiamo chiesto una panoramica delle situazioni più a rischio sul territorio di competenza. Disegneremo un quadro complessivo della regione, elaboreremo un piano di prevenzione ed interventi – ancora Nagni – e lo presenteremo al governo”.

La sua, certo, è una posizione più ‘comoda’ visto che il centrosinistra è alla guida del Molise da poco più di un anno e mezzo. Ad ogni modo, Nagni precisa di trovare “stimolante” il dibattito avviato dal premier. “Stimola ad elevare la qualità dell’amministrazione territoriale. Non è falso affermare che le Regioni sono spesso più attente alle cose frivole. Io dico sì ai soldi per le sagre ma prima vanno stanziati per le cose serie. Con Renzi, sul fronte del dissesto, vogliamo misurarci sui fatti”.

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