La questione di legittimità sollevata dal Tar Molise sui poteri del commissario della sanità – se possa o meno riordinare i servizi ospedalieri e territoriali scavalcando i poteri legislativi del Consiglio regionale – è stata dichiarata infondata dai giudici della Consulta.

Pubblicata ieri da Primo Piano, la notizia ha scosso il relax domenicale degli addetti ai lavori. Il verdetto è stato scritto da Sergio Mattarella, ‘redattore’ della pronuncia, e ribadisce concetti cari ai legislatori locali ma anche a quello nazionale. Se da un lato la Corte costituzionale riafferma che i commissari nominati per attuare i piani di rientro non possono compiere atti di natura legislativa, poiché di questo potere è titolare solo il Consiglio regionale, dall’altro però ribadisce che “le funzioni amministrative del commissario, ovviamente fino all’esaurimento dei suoi compiti di attuazione del piano di rientro, devono essere poste al riparo da ogni interferenza degli organi regionali, senza che possa essere evocato il rischio di fare di esso l’unico soggetto cui spetti di provvedere per il superamento della situazione di emergenza sanitaria in ambito regionale”. Nel caso di specie – l’impugnativa di provvedimenti dell’Asrem e del commissario riguardanti la riorganizzazione del Ss Rosario di Venafro – la Consulta esclude che il commissario “abbia posto in essere atti di natura legislativa”. La sentenza potrebbe avere riflessi nel dibattito a Palazzo Moffa. Sia perché al governatore un odg di Monaco e Ciocca chiede di riferire in Aula sui poteri connessi al riordino della sanità, sia riguardo al ddl fermo in IV Commissione: l’Assise vuole dettare le linee della riorganizzazione ma i consiglieri si sono bloccati sulla forma dell’atto da mettere in campo. Una legge o un regolamento?

Quanto alla vicenda giudiziaria che ha originato il giudizio costituzionale, a febbraio ci sarà l’udienza di merito. La questione giuridica “va contestualizzata”, come ha rimarcato l’avvocato del Comitato Alfredo Ricci. Ma, dal punto di vista ‘politico’, se a Venafro speravano nel giudizio della Corte per allontanare lo spettro della riconversione del nosocomio in Casa della Salute, da Roma – al contrario – è giunto un via libera agli atti del commissario.

Che oggi è il presidente Frattura ma lui stesso paventa la sua sostituzione, ricordando che i tecnici del Tavolo Massicci l’hanno chiesta e in particolare perché non ha ‘saputo’ indicare una copertura a circa 210 milioni di debito pregresso. Al contempo, però, Paolo Frattura procede insieme alla struttura commissariale a concretizzare i contenuti dei Programmi operativi. Una nota di fine settembre, per esempio, contiene la ‘proposta di un piano di lavoro’ con “azioni e tempistiche di realizzazione delle attività individuate per il superamento delle principali criticità rilevate dal Tavolo di verifica”.

Piano della riabilitazione e atto aziendale del manager dell’Asrem sono alcuni degli atti predisposti in base ai Programmi operativi 2013-2015. Su entrambi c’è polemica, ma il 18 dicembre Frattura potrà farli valere nel confronto coi tecnici ministeriali che vigilano sull’infinito piano di rientro del Molise. Accanto ai provvedimenti di riorganizzazione dei servizi, la nota della struttura commissariale ne conteneva anche alcuni più logistici: ad esempio, la nomina di un project manager “con il compito di dare impulso all’attuazione degli interventi previsti nei Programmi operativi, nonché di fornire supporto tecnico nell’attuazione delle azioni in essi previste”. Il direttore generale della Salute, Marinella D’Innocenzo lo ha individuato fra i dirigenti della struttura: si tratta di Riccardo Tamburro. Ex consigliere regionale dell’Adc e oggi coordinatore provinciale di Rialzati Molise, nel 2013 non si è ricandidato ed è tornato al suo lavoro in Regione. Dopo una breve parentesi al Servizio Energia – sua l’autorizzazione poi tanto contestata per le centrali a biomasse  nel Matese – è rientrato all’assessorato alla Salute dove dirige il servizio Controllo di gestione e flussi informativi. Nuovo incarico, non da poco, quello di project manager del piano operativo della sanità, a cui non corrispondono oneri aggiuntivi per la Regione. Lo specifica il dg D’Innocenzo che ha inviato ai ministeri dell’Economia e della Salute il provvedimento di nomina.

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