Un po’ padrone di casa, un po’ assistman (per il direttore del ‘Perosi’ e i giornalisti presenti), un po’ sibillino. Poco prima della conferenza stampa per la presentazione degli eventi del conservatorio ‘Perosi’ di Campobasso, Sandro Arco ruba per qualche minuto la scena a Lelio Di Tullio  quando viene incalzato sull’avviso pubblico indetto dalla Regione Molise per il nuovo direttore della Fondazione Molise Cultura, ruolo che lo stesso Arco ricopre dal 12 gennaio 2010 grazie alla nomina dell’ex presidente Michele Iorio. L’incarico, della durata di cinque anni, è dunque già scaduto per l’ex esponente di Molise Civile (uno dei movimenti ‘satelliti’ del centrodestra) che ha potuto beneficiare di una proroga di tre mesi.

I toni di Arco sono soft: “Il presidente della giunta regionale ha la possibilità di nominare il nuovo direttore della Fondazione Molise Cultura, come prevede la legge regionale. L’avviso pubblico, inoltre, fotografa il ruolo del direttore della Fondazione Molise Cultura che è stato sempre enfatizzato”. Poi entra nel merito dell’avviso pubblico, su cui si sono scatenate già le malelingue di chi ha individuato in alcuni requisiti (il diploma e non la laurea, l’aver trascorso tre degli ultimi cinque anni alla direzione di un ente di promozione culturale) come un escamotage per riconfermare lo stesso Arco. Dubbi espressi, ad esempio, dal Movimento 5 stelle.

“Io non so nemmeno se parteciperò all’avviso”, sottolinea. Infine, sottolinea la differenza tra i decreti di nomina che sono nelle prerogative del governatore e l’avviso pubblico: “E’ un percorso diverso ma non lo giudico. Vedremo alla fine”.

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