Al Molise non basta l’attività di rigore necessaria per ridurre il debito lasciatoci in eredità.
Sono a chiederti di mettere in campo misure e comportamenti straordinari.
Il 12 ed il 27 ottobre scorso abbiamo sottoscritto e presentato 9 punti programmatici che sarebbero andati a verifica il successivo 27 dicembre. Abbiamo rinviato in attesa del bilancio 2015 che ad oggi, 16 marzo 2015, ancora non vede la luce. Lì, attendo di vedere confermate le volontà per perseguire e realizzare alcuni degli obiettivi strategici condivisi. Altri punti programmatici sono stati affrontati con esito positivo come la vicenda delle biomasse, mentre altri condivisi con le parti sociali, hanno conosciuto solo parte della soluzione prospettata o sono in itinere, altri sono fermi ai blocchi di partenza. Appena approvato in giunta il bilancio 2015 e comunque non oltre la fine del mese corrente, verificherò con il necessario rigore, punto dopo punto, pubblicamente, la congruità delle scelte effettuate in vista del perseguimento degli obiettivi che hai liberamente sottoscritto con me. A partire dalla vertenza sanità regionale, la nostra azienda più grande, con gli oltre tremila dipendenti diretti ed indiretti, di cui sono certo non vorrai essere il Commissario Liquidatore e Privatizzatore. In tal senso non riscontro ancora atti conseguenti a quanto sottoscritto, in particolar modo nella direzione di riequilibrare il rapporto tra sanità pubblica e privata.
Nel frattempo, mio malgrado, emergono fatti e scelte che rischiano di negare validità a quegli obiettivi. Procediamo con ordine.
L’applicazione del Decreto Balduzzi spazzerà via un pezzo consistente della sanità molisana. Senza un ospedale di secondo livello come oggi è il Cardarelli e due ospedali di primo livello come oggi sono l’ospedale di Termoli e di Isernia, in Molise potranno mancare i reparti di ematologia ed oncoematologia, radioterapia oncologica, cardiologia con emodinamica interventistica, neurochirurgia, cardiochirurgia e rianimazione cardiochirurgia, rianimazione pediatrica e neonatale, chirurgia vascolare, chirurgia toracica, maxillo facciale e plastica, endoscopia digestiva, broncoscopia e radiologia interventistica, medicina nucleare e altre discipline di alta specialità.
Il regolamento attuativo non viene ancora pubblicato ma ha avuto il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni per aver ottenuto il consenso necessariamente unanime di tutte le Regioni: sarebbe bastato il tuo formale dissenso espresso in quella sede in qualità di presidente di Regione, avendo appunto ogni Regione il cosiddetto diritto di veto, per bloccare il regolamento, negoziare la posizione per il Molise prevedendo una deroga adatta alla nostra Regione e poi dare il consenso con il relativo via libera al regolamento.
In sintesi, bastava dire no, far inserire nel regolamento la deroga utile al Molise e poi dire sì.
Non so con chi tu abbia condiviso questa scelta e perché tu abbia optato di dire sì a quel regolamento, senza l’esplicita deroga per il Molise, pur avendo il potere di veto, uno strumento che in materia sanitaria concorrente, è attribuito alle Regioni per far valere le proprie ragioni.
Il Molise però non può subire una mannaia di tali dimensioni. È il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, dei cittadini molisani, che sono italiani a tutti gli effetti, che reclama di essere difeso ad ogni costo. Per una sanità pubblica di qualità integrata con quella cosiddetta privata di qualità già esistente.
Ad ogni costo e con azioni straordinarie.
Nel merito. Le proposte.
Sono a chiederti senza indugi di ottenere immediato incontro con il presidente del Consiglio dei ministri per:
a) individuare la deroga, anche con apposita normativa utile per il Molise, per prevedere almeno un Dea di secondo livello per ogni regione;
o alternativamente

  • b) l’immediata attivazione con l’affiancamento del governo e dell’Università del Molise, della procedura di clinicizzazione del Cardarelli di Campobasso attraverso l’istituzione di una Azienda Ospedaliero-Universitaria, autonoma e indipendente dall’Asrem, con le specialità simili a un Dea di secondo livello, lasciando l’ospedale di Termoli e di Isernia come oggi sono, di primo livello senza doverli declassare a ospedali di base: in tal caso senza chiedere alcuna deroga in quanto già prevista come ipotesi nel decreto Balduzzi.
  • c) in entrambi i casi (a e b) ottenendo la riduzione e rateizzazione del debito sanitario ereditato che ci impedisce di riprendere un cammino virtuoso, completando la procedura di riconoscimento di presidio di area disagiata dell’ospedale di Agnone.
  • d) nello stesso incontro e con la stessa determinazione chiedere la definizione della procedura per il riconoscimento dell’area di crisi per i territori già individuati o della stipula dell’accordo di programma con tempi e misure finanziarie definiti, che abbiano in considerazione anche Campobasso e la sua cintura, Termoli con l’intero basso Molise.
  • Nel metodo.
    Immediata convocazione, per ciascun settore di competenza regionale, di assemblee tematiche aperte, per discutere e condividere con i cittadini attivi le azioni immediate da deliberare per far ripartire la nostra economia, per rendere la partecipazione e la condivisione i connotati essenziali dell’azione amministrativa e legislativa della Regione, unitamente alle parti sociali, per mettere in campo azioni coraggiose che creino da subito nuova occupazione, incrementando la razionalizzazione della spesa.
    In caso di non accoglimento da parte del governo delle soluzioni prospettate o di altre che raggiungano gli stessi obiettivi, attenderò le decisioni forti e conseguenti che vorrai assumere in segno di protesta come da parte mia mi dichiaro disponibile a negare la fiducia fino ad oggi accordata al governo.
    Personalmente come sai mi sono volontariamente dimesso da capogruppo del Pd in commissione Agricoltura per difendere, in dissenso dal gruppo, un emendamento per l’abolizione dell’Imu agricola perché ritengo quel settore strategico per la ripresa dell’economia del nostro Paese e pertanto meritevole di incentivazione e non di tassazione.
    Questo è l’ultimo momento utile per reagire per il futuro della nostra comunità, perché il diritto alla salute, il diritto al lavoro e ad una vita dignitosa abbiano una risposta chiara dal governo.
    Servono comportamenti straordinari perché dobbiamo dare una svolta al futuro della nostra comunità. Servono misure straordinarie che ci diano la possibilità di ripartire, per conservare i posti di lavoro, per dare occasioni di lavoro a quanti lo hanno perso o lo hanno in modo precario o saltuario e ai tanti, troppi che un lavoro non sono mai riusciti ad averlo. Non fra qualche anno ma presto perché presto è già tardi.
    In mancanza di questa determinazione non sarò al tuo fianco e continuerò a modo mio la battaglia per la nostra comunità.
    Sono certo che avremo ascolto se saremo tanto determinati quanto uniti, perché al governo c’è il presidente del Consiglio al quale, con il voto in Aula, ho accordato sempre la mia fiducia.
    Qualora tu decidessi di intraprendere il percorso che ti ho indicato, se le proposte nel merito e nel metodo le condividessi volendo agire da subito conseguentemente, allora mi troverai al tuo fianco, con l’ottimismo e la passione che conosci.
    Roberto Ruta

    Caro Roberto,
    convinto che gli strappi politici tra persone che, militano nello stesso partito e hanno idee e visioni affini nel nome del bene comune, comportino esclusivamente il male della propria terra, per la quale insieme abbiamo deciso di impegnarci con la passione e la capacità che ci siamo riconosciuti a vicenda, rispondo alla lettera aperta che mi ha inviato precisando subito una cosa: per il Molise c’è bisogno del lavoro di una squadra unita.
    L’entusiasmo condiviso degli inizi, anche di fronte a tutte le difficoltà via via incontrate, non è scemato. Cresce nella certezza che i passi compiuti, ancorché non compresi o fraintesi, ancorché privi del riscontro immediato che pure tutti cerchiamo, ma, come sempre dico, la bacchetta magica non era in dotazione con il mandato elettorale, vanno nella direzione del cambiamento per il quale i molisani hanno scelto noi. È importante ogni misura che mettiamo in campo, importanti sono le economie che abbiamo realizzato, importanti ed essenziali, perché senza tagliare gli sprechi mai avremmo potuto immaginare di costruire altro.
    Abbiamo sottoscritto, condividendone l’essenza, una serie di punti che mesi fa ci sono apparsi fondamentali per il rilancio della nostra azione di governo. Lo sono ancora adesso e nulla può ridurli di importanza o denunciarne l’archiviazione.
    Con il Governo stiamo costruendo, e non mi pare che l’obiettivo finale sia così distante, il riconoscimento dello stato di crisi per il nostro sistema produttivo ed economico regionale. Prova ne sono le riunioni, le audizioni, i documenti prodotti, nonché l’attenzione e la vicinanza che prima il presidente della Commissione attività produttive della Camera, l’onorevole Gugliemo Epifani, e poi il viceministro dello sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ci hanno garantito. Anche tu sei stato protagonista, con noi, di tutto questo lavoro.
    Sulla sanità, la partita che più ci impegna, stiamo conducendo una battaglia difficile. Il commissariamento, la soluzione che i detrattori di Frattura auspicano, decreterebbe l’impossibilità di qualsiasi ruolo propositivo da parte nostra, e questo, grazie al nostro impegno e al confronto continuo, non mi sembra sia l’indirizzo del Governo Renzi.
    Avremmo potuto esprimerci negativamente sul decreto Balduzzi e chiedere la deroga Molise se fossimo stati come la Basilicata, ossia una regione virtuosa che a proprie spese incrementa i costi per l’attivazione di specialità. La richiesta di deroga si potrà fare solo quando avremo dimostrato la qualità della nostra offerta sanitaria con i conti in ordine.
    Come da mandato del Consiglio regionale, a Renzi abbiamo già scritto e siamo certi che avrà nei confronti del Molise l’attenzione che noi ci aspettiamo.
    Non bastano i tagli, non ho nessun dubbio a riguardo, non possiamo far finta che sia possibile fare tutto ovunque. Serve profonda innovazione, il mantenimento dei livelli assistenziali può passare solo per la riduzione degli sprechi grazie a un’offerta appropriata e a una risposta efficiente.
    Chi mai potrebbe non essere d’accordo non solo a mantenere in vita l’esistente ma anche a potenziare alcune discipline? È pretestuoso sostenere il Dea di II livello quando ciò che dobbiamo assicurare ai cittadini è mantenere e qualificare quello che oggi è già offerto dalla nostra rete ospedaliera regionale. Noi stiamo difendendo le specialità già attive al Cardarelli. Come? Facendo del principale ospedale regionale il punto centrale di una rete che impegna e raccorda tutte le diverse competenze degli altri centri ospedalieri. In questo senso leggiamo la tua proposta e la rilanciamo con l’idea di creare un’azienda di “committenza” territoriale che includa tutto il territorio regionale e un’azienda di “produzione” integrata ospedaliero-universitaria, sede dei corsi di laurea di medicina e delle professioni sanitarie con i reparti clinicizzati così da garantire il percorso didattico agli studenti e con esso le specialità propedeutiche alla formazione clinica dell’ordinamento dei corsi di laurea.
    Sul rapporto tra offerta pubblica e offerta privata convenzionata del sistema sanitario regionale è giusto stabilire qual è il contributo che serve al servizio regionale da parte dei privati e pretendere che le diverse strutture accreditate contribuiscano con qualità a quanto pianificato dalla Regione. La Regione controlla sia per quanto riguarda i volumi, sia per quanto riguarda la qualità delle prestazioni. Questa, la regola.
    Avere un sistema migliore significa renderlo anche sostenibile. Allora riqualificare vuol dire potenziare i servizi che rappresentano eccellenze e fare una battaglia per avere lo sblocco del turnover portando al tavolo tecnico la richiesta di deroghe per i concorsi così da superare anche il precariato.
    Sul bilancio regionale 2015 mi pare giusto ricordare che lo slittamento dell’approvazione non deriva da una nostra imperizia, ma dalla soluzione che con il Governo stiamo cercando per spalmare in un arco temporale almeno decennale il disavanzo di più di 60 milioni di euro scaturito dalla gestione Iorio. Certi danni del passato continuano a pesare ancora adesso.
    Quanto alla tua proposta di convocare assemblee tematiche per rilanciare il sistema Molise, siamo pronti da subito.
    Per fare, però, questo non servono i singoli protagonismi, ma collegialità.
    A Roma ci sei tu, come ci sono Danilo Leva e Laura Venittelli, come c’è il senatore del Nuovo centrodestra, Ulisse Di Giacomo. Siete, tutti, ognuno con il suo ruolo e il suo partito, il nostro presidio di difesa. Allora chiariamoci su un punto: vogliamo essere squadra, unita e convinta, nel bene del Molise e dei molisani? Troppo semplice fermarsi di fronte alle prime difficoltà e battute d’arresto, o, peggio ancora, prendere le distanze e scaricarci colpe a vicenda.
    La mia posizione e la mia convinzione le conosci bene. Non cambio idea nemmeno di fronte a pubbliche accuse, suggerimenti e minacce di allontanamento da parte di chi non lavora per il bene comune.
    Gli ultimatum, caro Roberto, lasciali a chi non ha voglia di fare e costruire con serietà. Devo risposte ai molisani che mi hanno eletto presidente della Regione, ruolo per il quale mi assumo tutte le responsabilità, mie e degli altri. Il giudizio ultimo lo lascio a loro, a fine mandato. Così vado, andiamo avanti, senza paure e fughe in avanti. In nome dell’ottimismo anche a te tanto caro.
    Paolo

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