Due sberle: il documento del centrosinistra, che fa quadrato intorno al presidente Frattura e derubrica le accuse dei parlamentari Pd a “uscite estemporanee”. E quello del Pd per cui “è irresponsabile e grave in questo momento aprire una crisi, indebolendo il governo regionale”. Ruta, Leva e Venittelli non mollano. Intanto però rimediano due risposte che non lasciano grandi margini di trattativa. Un inedito nel centrosinistra molisano.

Il documento scritto a Palazzo Moffa, da tutti gli eletti tranne Totaro, ha avuto ampi rimaneggiamenti. La stesura originale, raccontano gli estensori, era molto più diretta. Ci hanno lavorato Cotugno e Ciocca. Poi la mediazione, soprattutto del vicepresidente Petraroia. Che, però, pare non abbia avuto dubbi sul fatto che alle accuse dei parlamentari si dovesse rispondere. Totaro e Scarabeo, invece, sembra abbiano provato fino all’ultimo a strappare una versione più politica, o democristiana, ma Frattura e gli altri non hanno ceduto. Senza riferimenti alle critiche di senatore e deputati, cosa sarebbe rimasto di quel documento? “A questo punto chiediamogli pure scusa!” avrebbe alzato la voce più di qualcuno durante il lunghissimo conclave di maggioranza.

“L’azione ferma del presidente della giunta, sostenuta con lealtà e determinazione da tutta la maggioranza consiliare – si legge nel documento – ha consentito in questa prima fase amministrativa di rompere vecchi schemi di potere e di segnare un nuovo modello economico, istituzionale e sociale, superando problemi finanziari, gestionali ed organizzativi di assoluto rilievo. Il governo della Regione, anche per ragioni che appartengono ad un recente passato – prosegue la nota – richiedeva, come richiede, nella sua azione un irrinunciabile coraggio cosciente che riconosce l’esigenza di porre in essere condotte di evidente discontinuità con il passato e una presa di coscienza politica finalizzata a non più illudere migliaia di molisani negli anni gratificati da pratiche amministrative tanto frammentarie quanto fantasiose”. Ai molisani, sostengono i consiglieri di maggioranza, bisogna dire la verità e non far vivere la regione al di sopra delle sue possibilità. Il programma sarà portato a termine nella consapevolezza che “uscite estemporanee non aiutano il Molise, ma rischiano di apparire come una caduta di tono inopportuna”. Su sanità, come sul lavoro e su altri settori nodali sono necessarie “scelte capaci di garantire alla nostra Regione azioni amministrative d’avanguardia”. Unica concessione, il coinvolgimento di partiti e movimenti che sostengono la coalizione. In conclusione, pieno sostegno a Frattura. In calce al documento inviato dal presidente del Consiglio Vincenzo Niro tutti gli esponenti di maggioranza tranne Totaro. Che qualche mese fa Frattura aveva voluto come coordinatore della maggioranza nel tentativo di ricucire gli strappi.

In via Ferrari, sede del Pd, hanno discusso fino a notte fonda martedì. Chiuso il documento della segreteria, è arrivato anche Paolo Frattura. Dentro o fuori, perché è inaudito che il Pd attacchi un governo a guida Pd. Così si aiuta il centrodestra, è già accaduto ma stavolta non avverrà. Questo il ragionamento che Micaela Fanelli ha condiviso anche coi vice di Renzi, Guerini e Serracchiani. “Si può svolgere una sola parte in commedia. E oggi è il momento della chiarezza. Chi è fuori da questa linea ad ogni livello si pone in contrasto, ora e per il futuro, con la squadra, il disegno e le prospettive del Partito Democratico, al governo in Italia e in Molise” va giù duro il documento dei vertici regionali dem. Che non dimentica quando “le crisi regionali a sinistra sono state aperte da parlamentari per la propria posizione. I precedenti insegnano”. “Staremo saldamente al fianco del presidente e del governo regionale perché servono autorevolezza e forza per risolvere i problemi, e non dare un vantaggio al centrodestra. Lo pensa la segreteria regionale. Lo pensa quella nazionale, nella persona dei due vicesegretari Serracchiani e Guerini. Lo pensano i consiglieri regionali che bene hanno fatto a blindare il presidente”.

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