“Rilancio, rilancio, rilancio”. Scandisce, Frattura. Cosa devono aspettarsi i molisani per i prossimi tre anni del suo mandato, gli ha chiesto il direttore di Teleregione Molise Pierluigi Boragine. Il governatore insiste: rilancio. Chiede pazienza, come fece nei primi mesi della dodicesima legislatura. Quando era già evidente che qualcosa rallentava il passo, si frapponeva fra il ‘dire’ del neo presidente e il ‘fare’. Suo e della squadra. E allora cominciarono i mugugni.

Due anni dopo la proclamazione, quando il Molise voltò pagina, l’architetto salito al vertice di Palazzo Vitale sconfiggendo Michele Iorio di cui è stato per anni alleato, ammette che di errori ne sono stati fatti. Soprattutto nel non aver capito che se dici che farai qualcosa in pochi giorni possono anche poi volerci mesi. Ma dà segno di aver cambiato passo. Non solo perché si intesta la proposta di un Molise diverso, che prende a modello chi non è stato ‘coccolato’ da mamma Regione. E certo però non spiega altrettanto bene che fine faranno questi ‘cuccioli’. Ha un passo diverso anche rispetto agli ex azionisti di maggioranza della coalizione e del Pd. Cede poco ormai alle polemiche sulla sua provenienza dal centrodestra, anzi ci scherza su con un autogol che sembra costruito. “Ma Fi sta per Forza Italia?” chiede sul logo della trasmissione Fuoco incrociato. Troppo facile ribattere: Forza Italia appartiene a lei, presidente…. Più complesso il rapporto con l’ex assessore al Bilancio Gianfranco Vitagliano. Fra le cose che devono essere ricordate di questi due anni, secondo Frattura, l’aver rimesso a posto i conti. E i conti nell’amministrazione Iorio, che oggi il governatore attacca frontalmente, li faceva Vitagliano. “Amici – dice –, ma politicamente no. Molti ricordano gli scontri fra me e lui nell’anno in cui sono stato consigliere di opposizione”.

Eppure Danilo Leva, uno degli ex azionisti di maggioranza del Pd, gli ha rinfacciato proprio l’aver messo nei posti chiave “uomini di Vitagliano”. Frattura – incalzato sul punto dal direttore editoriale di Primo Piano Alessandra Longano – pensa a suoi collaboratori e non comprende il perché dell’attacco. Un pensiero cattivo dopo aver letto alcuni post su Facebook fa venire il dubbio che Leva potesse invece riferirsi al segretario regionale del Pd Micaela Fanelli. Fra i due la rivalità è storica. Saranno in pole position alle politiche, pare un dato di fatto.

 

FUOCO-INCROCIATO-GIORNALISTI

Tema, questo, che Frattura rifugge (e sfugge) con caparbietà. Non c’è l’Italicum alle origini dello scontro che si è aperto soprattutto con Ruta. Così assicura il presidente. “Ma allora perché c’è questa crisi? Non l’ha capito nemmeno lei, presidente…”. Il direttore responsabile di Primo Piano Luca Colella cerca di ‘inchiodarlo’: sui motivi del dissenso aperto e ripetuto dei parlamentari Pd sulla sua azione di governo, sul decimo punto del patto del marciapiede (l’intesa con il senatore Ruta che ora il parlamentare ha seppellito sotto un ultimatum che è una presa di distanza) – rimasto segreto -, che Frattura ironizzando archivia così: è prescritto. Sulla possibilità che la lite sia scoppiata per un impegno, che lui potrebbe aver preso, di sponsorizzare cioè qualcuno come capolista del futuro Italicum. “No, assolutamente no”. Ed è un fronte, Italicum o meno, che Frattura tiene molto coperto. Non si scopre nemmeno quando Monica Vignale, direttore di Primonumero.it, affonda la spada (assai gentilmente ma pure assai decisamente): “Ma Roberto Ruta chi è? Perché lei si è messo nelle mani di Roberto Ruta? Che ruolo istituzionale ha per poter in qualche modo anche dettare la linea?”. Risponde che nessuno si è affidato a qualcun altro, che insieme due persone “complementari per capacità, esperienza di vita” hanno costruito “un modello vincente”.

Ex azionisti di maggioranza Ruta, Leva e Venittelli. Perché, mette in chiaro renzianamente Frattura, tutti e tre hanno sostenuto una mozione che alle primarie per la segreteria regionale del Pd ha perso. Poi dice: Fanelli capo del Pd in Molise, Leva vice di Guerini e per lui è un “amico in più a Roma”. Un bene per il Molise. Osservatori e politici si sono allenati all’inverosimile, le fughe in avanti non si contano. Perché ovviamente ‘due più due fa quattro’ e sviscerando questi concetti a chi lavora dietro le quinte è sembrata un’investitura per Fanelli in vista delle politiche. A voler più correttamente interpretare in questo quadro il ragionamento di Frattura, è evidente che entrambi – Leva e Fanelli – sono in partita.

Assai più tosta la parte dedicata ai problemi concreti. Sanità, dissesto idrogeologico, infrastrutture, metropolitana leggera. Anche in questo caso, sanità in testa, Frattura distante dalle ultime affermazioni dei parlamentari. Soprattutto da quelle di Ruta. “Dovevano arrivare milioni di euro per progetti contro il dissesto”, ricorda in risposta alle domande sul futuro dei cento precari della Protezione civile non riassunti sul post sisma. “Dove sono?”. E così per la formazione professionale. Duro anche sul passo indietro del senatore sul progetto Gran Manze. Cambia verso, Frattura.

L’avvocato Pino Biscardi invece cerca di capire su cosa punterà la sua amministrazione dopo aver risanato il bilancio. Il discorso inizia, poi si perde. La politica, i messaggi (tantissimi) dei telespettatori via sms,  Facebook e Twitter. Le telefonate da Agnone, da Isernia: persone comuni che al presidente della Regione possono dire la loro e ascoltare una risposta. “Abbiamo capito solo che la metropolitana leggera si farà…” chiosa, ironicamente ma centrando un punto, Biscardi al termine della trasmissione.

 

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