L’intesa sui tagli alla sanità si ferma ad un passo dalla firma. Ma le conseguenze politiche sono ben più significative di un semplice rinvio. Le Regioni tentano, infatti, di trovare un accordo sui tagli per il 2015, pari a 2,25 miliardi di euro, ma avvertono che non sono in grado di sostenere altre decurtazioni e soprattutto che intendono rivedere il Patto per la salute e verificare l’applicabilità del regolamento sui nuovi standard ospedalieri.

La partita sul Patto per la salute e su quello che in Molise è conosciuto, abbastanza impropriamente, come decreto Balduzzi (perché è attuativo dei parametri dettati dal Patto pur se questi discendono dal ‘vecchio’ Balduzzi), si riapre. Gli emendamenti presentati ieri dai governatori sono sul tavolo del governo. Fra questi, è stato recepito, in commissione Salute al Cinsedo, anche quello del presidente-commissario Paolo Frattura che punta ad una clausola di salvaguardia come quella delle Regioni a statuto speciale. Il perno del suo ragionamento è l’unicità del Molise. “Abbiamo posto il problema che riguarda la nostra Regione, sottolineandone gli aspetti esclusivi anche in termini demografici – spiega Frattura al termine della seduta straordinaria della Conferenza -, così da consentire comunque nelle Regioni con popolazione inferiore ai 600mila abitanti la presenza di un Dea di II livello, ovvero il mantenimento in capo all’Hub regionale delle discipline previste con soglia superiore ai 300mila abitanti, riferibili a patologie tempo dipendenti, per le quali il superamento del limite temporale di 90 minuti renderebbe sostanzialmente inutile l’intervento in emergenza. Ancora nella stessa proposta abbiamo chiesto, per quanto attiene i punti nascita, di introdurre la possibilità di considerare, in alternativa al mero criterio del numero di parti/anno, anche quello relativo alla natalità per area. La nostra richiesta è stata recepita nel verbale della Conferenza delle Regioni. Un passaggio importante  – conclude Paolo Frattura –, che ci mette nelle condizioni di riaffrontare tali problematiche in sede di ridefinizione del Patto per la salute”.

“Tutte le Regioni hanno chiesto di rivedere il Patto per la Salute. Bisogna capire come continuare a garantire i livelli essenziali esistenti, figurarsi garantirne nuovi come prevede il nuovo Patto”, ha detto il coordinatore degli assessori alla Salute Massimo Garavaglia. Il governo, ha dichiarato il sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa, si riserva di valutare l’ipotesi di accordo (condizionata agli emendamenti presentati), “confermando la volontà di una leale collaborazione tra Stato e Regioni”.

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