Nemmeno la modifica approvata con la manovra finanziaria è servita. La Commissione Pari opportunità di Palazzo Moffa è ancora senza vertice. A vuoto anche la seduta di venerdì pomeriggio.

Su 16, pochissime le componenti: due o tre se si conta anche il capo dell’Assise legislativa Niro che – in mancanza della presidentessa eletta, è facente funzioni. Senza numero legale, impossibile procedere. Prima di riconvocare l’organismo, è la richiesta verbalizzata nei confronti dello stesso Niro, bisognerà procedere alla verifica di eventuali decadenze. Vi sono componenti che ripetutamente non si sono presentate, almeno così pare. E il regolamento stabilisce che alla terza assenza non giustificata si decada dall’incarico.

Nell’autunno 2014 a capo della Commissione – che solitamente vede salire al vertice ‘donne’ espressione della maggioranza di governo – l’imprenditrice Angela Crolla. Indicata, invece, dal centrodestra e vicina all’ex governatore Iorio. La sua elezione fu portata al Tar dalla Consigliera di parità Giuditta Lembo, membro di diritto della Commissione ma non convocata per la seduta. I giudici amministrativi annullarono quindi l’elezione. Tutto da rifare. Crolla rimase in pista, candidata. A febbraio una nuova seduta. Le servivano nove voti, la metà più uno delle componenti: ne prese otto. Nel frattempo la finanziaria ha stabilito che alla terza votazione, per il rinnovo dell’ufficio di presidenza basta la maggioranza dei presenti. È stata anche sostituita una ‘commissaria’ dimissionaria. La situazione resta però la stessa: di stallo.

Peraltro, nel gruppo indicato dal centrosinistra starebbe montando l’amarezza  – e la polemica – per la mancanza di fondi adeguati a sostenere l’attività della Commissione. Sta di fatto che il parlamentino rosa di via IV Novembre – a metà del mandato dell’Assise legislativa che lo nomina – non riesce ancora ad insediarsi come si deve, a dotarsi di un ufficio di presidenza e partire con un minimo di programmazione. A questo punto, infatti, per la prossima riunione probabilmente bisognerà attendere settembre. C’entrano i giochi della politica, certo. Con buona pace dei ragionamenti sulle pari opportunità.

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