Si è chiusa giovedì 23 luglio la settimana di protagonismo all’Expo di Milano. E si è chiusa con un bilancio che fa sorridere gli organizzatori: oltre 10mila gli ingressi da Porta Bovianum. Come è stato subito evidente, il Molise è piaciuto molto al popolo dell’esposizione universale.

Nello spazio, aperto il 17 luglio alla presenza delle più alte cariche regionali e inaugurato dal governatore Paolo Frattura, la storia, le tradizioni e i paesaggi proposti con mezzi e strumenti hi-tech. La biga ritrovata in una sepoltura ad Ururi ha affascinato i visitatori, così anche il racconto con la tecnologia Kinect. Dopo il boom del weekend, riscontro anche per gli eventi dei quattro giorni successivi fino alla chiusura.

“Siamo la regione più slow d’Italia. Da qui – disse il presidente – parte il futuro del Molise”. Il bilancio della settimana, con il ritorno già registrato anche per le aziende presenti a Milano, sarà illustrato nel dettaglio il 28 luglio nel convegno finale della manifestazione Agri Summer Food (dal 24 al 28 luglio a Termoli).

“‘Ci siamo presentati a Milano e al mondo come una terra ‘fuori dai luoghi comuni’ – sottolinea ‘a consuntivo’ ora il governatore – e torniamo a casa con emozioni ‘fuori dai luoghi comuni’. Abbiamo fatto un’esperienza importante, di grandissima apertura. Il nostro grazie a tutti coloro che hanno contribuito a rendere speciale questa nostra settimana di protagonismo. Numeri e riscontri ci sostengono più che mai adesso nell’idea che la partecipazione ad Expo debba essere interpretata come l’invito che tutti noi molisani facciamo al mondo di venire in Molise a conoscere il Molise. L’avventura – conclude Frattura -, ne siamo certi, inizia adesso.

Uno degli ultimi eventi organizzati dal Molise a Milano è stato un focus assai apprezzato sulla transumanza.

Giornalisti, opinion leader, blogger e rappresentanti della stampa specializzata di settore sono intervenuti alla presentazione di ‘Identità della transumanza’, pubblicazione postuma dello storico molisano Renato Lalli, e, soprattutto, per conoscere meglio Carmelina Colantuono, molisana di Frosolone, l’ultima ‘cow girl’ italiana che, insieme alla sua famiglia di esperti mandriani e produttori caseari, porta avanti da secoli l’unica forma di transumanza orizzontale (trecento bovini in viaggio da e verso Frosolone) ancora attiva in Italia.

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Nicola di Niro, direttore di Asvir Moligal, Gianguido Berardi, gestore dell’azienda agrituristica San Mauro di Vastogirardi e la stessa Carmelina Colantuono hanno parlato in maniera semplice, diretta, di storie di famiglie, mandrie, natura, del profumo dei luoghi e dei sentieri delle stelle: la transumanza, una tradizione un tempo, un patrimonio oggi, da tutelare e valorizzare. A Berardi il compito di spiegare ai presenti i metodi di lavorazione dei prodotti caseari. L’equilibrio tra le attività dell’uomo e l’ambiente in cui si opera è alla base del successo della transumanza come metodo agro-pastorale tra i più apprezzati a livello mondiale. A ciò si aggiungano i prodotti soprattutto caseari di alta qualità e le attività, tra le quali spicca il trekking sui tratturi, che sono legate alla promozione del paesaggio e alle opportunità da esso offerte.

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Momento centrale è stato l’intervento della Colantuono (la sua storia è una di quelle raccontate nella mostra delle regioni al Padiglione Italia): “Nel momento storico – ha detto – in cui la globalizzazione, con i suoi prodotti realizzati dove non vigono le regole dell’Unione europea, massacra i piccoli produttori locali, è importante sapere che ci sono realtà a dimensione umana e a prova di qualità. Si avverte la necessità di un ritorno alla natura e al buono. Da parte mia e della famiglia, i miei fratelli e tutti gli altri, siamo fieri di aver portato la transumanza su un palcoscenico così importante, dal respiro universale”.

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