È il governatore di una Regione a cui ha dovuto aprire gli occhi il Nas. Paolo Frattura ha ben chiara la rappresentazione che disegna, suo malgrado ma impietosa, la maxi inchiesta del reparto dei carabinieri guidato dal capitano Forciniti. Rientrato dalle ferie, ha chiesto relazioni puntuali sul caso di Villa del Sorriso a Ururi. Recuperando forse anche un qualche gap di informazione
interna, ma questa è solo una sensazione che coglie a sua volta una certa delusione nell’analisi di quanto è avvenuto. Se qualcosa non ha funzionato anche nella gestione recentissima della vicenda, si intuisce, la questione sarà affrontata. Ma soprattutto, Frattura ha deciso di avviare uno screening totale su tutti i fondi erogati dall’ente: contributi comunitari, statali, regionali e anche, per esempio, le risorse della gestione speciale di Finmolise. “Parliamo di 64 milioni, pratiche incagliate. Soldi delle tasse dei molisani”, dice.

Cosa ha pensato quando ha letto dell’indagine in corso? Delle ipotesi secondo cui c’è chi ha preso soldi della Regione Molise per aprire un hotel e non l’ha fatto, per avviare un agriturismo e invece probabilmente nel palazzo in questione vivono semplicemente i suoi familiari.

“È chiaro che le singole situazioni vanno accertate, le accuse dimostrate. Altrimenti ne va dello stato di diritto. Premesso questo devo dire che sono mortificato. Non colpevolizzo nessuno, ma anche da cittadino  sono mortificato che possa sorgere un dubbio del genere”.

Cosa ha intenzione di fare?

“Innanzitutto verificare. Immediatamente. Non mi riferisco solo al singolo caso di Ururi bensì a tutti i fondi elargiti dalla Regione. Intendo creare un nucleo di controllo e verifica su tutti gli investimenti pubblici, una struttura ad hoc per capire non solo se sono stati eseguiti i lavori progettati ma anche se le iniziative che la Regione ha aiutato economicamente sono funzionanti o meno. Se hanno creato lavoro, sviluppo. Il vincolo di destinazione non significa solo che per dieci anni – faccio per dire – un edificio ristrutturato coi soldi della Regione destinati al turismo deve rimanere ‘albergo’ o resort che sia. Vuol dire pure generare ricchezza, occupazione, migliorare la capacità ricettiva e attrattiva del territorio. Se la destinazione non viene rispettata, il finanziamento deve essere revocato”.

Quello che la magistratura pare stia facendo per la ricettività…

“Non confondiamo i ruoli, però. Io ho l’obiettivo di verificare come sono stati utilizzati tutti i soldi che la Regione ha tirato fuori. E lo fa la Regione stessa, è nel suo diritto ed è un dovere nei confronti dei cittadini perché quelli sono soldi loro e devono sapere che fine hanno fatto. Un nucleo ispettivo a cui daremo un arco temporale per portare a termine il lavoro. L’attività, qui differiscono i nostri compiti da quelli degli organi inquirenti, sarà ricognitiva”.

Sotto la lente del nucleo finirà anche la Biocom, che ha ricevuto circa 300mila euro dalla Regione ma non ha realizzato l’impianto di produzione di biodiesel proposto e non ha restituito i soldi che invece l’ente ha richiesto? Lei della Biocom era socio.

“Certo che la verifica riguarderà anche la Biocom. Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria (un’indagine della procura di Campobasso per malversazione e appropriazione indebita, ndr), per la quale mi sono rimesso con serenità alla magistratura, la Biocom ha ricevuto un contributo per un investimento che non ha potuto e non può portare a termine visto che ora c’è un contenzioso giudiziario in corso. La fase di sviluppo e ricerca, la prima, venne collaudata dalla Regione. Quella dell’industrializzazione non si è conclusa perché il Comune di Termoli non rilasciò il permesso di costruire. Quindi, scaduti i termini, la Regione revocò il finanziamento. La società si rivolse al Tar che annullò il decreto del commissario Iorio. Sarà il Consiglio di Stato a dire se ha ragione Biocom o la Regione, che comunque è garantita per il contributo erogato da fidejussione. Detto questo, i tecnici verificheranno questa e le altre situazioni. Non ci saranno ‘bonus’ per nessuno, meno che mai per situazioni che in qualche modo siano riconducibili a me”.

Significherà anche una scossa per un’amministrazione che in questa vicenda appare un po’ troppo impaludata. Non teme tempi lunghi, ritardi? O peggio…

“Abbiamo protocolli d’intesa con le forze dell’ordine e strumenti del diritto del lavoro a disposizione se si verificassero inadempienze. Che, sia chiaro, sono sicuro non ci saranno”.

Una mappa completa, dunque: dai fondi comunitari a quelli regionali.

“Tutte le risorse, ripeto, che la Regione ha tirato fuori. Anche quelle della gestione speciale della Finmolise. Parliamo di 64 milioni di euro che sono usciti dalle casse pubbliche, pratiche oggi incagliate e che hanno a monte delle delibere”.

Certo, ora comunque ‘rincorrete’, correte ai ripari. Non è il caso di darsi anche regole più stringenti per tutti i settori, dal turismo alle risorse che arrivano in generale da Bruxelles?

“Noi il sistema dei controlli lo abbiamo avviato a partire dalla Regione stessa e dai suoi atti. È chiaro che la nuova programmazione di fondi europei sarà gestita a monte in maniera completamente diversa dal passato. A valle però controlleremo dove sono andati a finire, come sono stati utilizzati quelli già elargiti”.

 

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.