Le carte sono tutte sul tavolo. Entro fine ottobre la rielezione del vertice del Consiglio regionale del Molise: “Per l’ufficio di presidenza c’è un impegno sottoscritto non solo da me”. Poi il rimpasto di giunta, circoscritto. Niente azzeramento, per ora è così. “Il tema del quarto assessore lo affronterò recependo l’indicazione del primo partito della coalizione”. Il Pd chiede rappresentanza massima per Isernia. “Quel territorio, sotto rappresentato in Assise, non deve esserlo anche nell’esecutivo”. Per correggere questa distorsione, subito dopo il giro di boa proporrà una nuova legge elettorale che “preveda l’abolizione del listino maggioritario e che assegni il numero di rappresentanza ai due collegi provinciali di Campobasso e Isernia in funzione del numero degli elettori, con una banalissima equazione”.
Paolo Frattura esce allo scoperto, blinda, pur senza fare nomi, le indicazioni che la sua maggioranza conosce: Vincenzo Cotugno a capo di Palazzo Moffa al posto di Vincenzo Niro. L’impegno verso Rialzati Molise riguarda il centrosinistra nel suo complesso. Non specifica, il governatore. Ma è cosa nota. E poi l’altra investitura per Carlo Veneziale nuovo assessore, allo Sviluppo economico molto probabilmente. È quella la delega che il presidente tiene ad interim da fine giugno, quando si è dimesso Massimiliano Scarabeo. Entrambi, Cotugno e Veneziale, sono seduti allo stesso tavolo del governatore. C’è il ‘Molise di tutti’, che ha organizzato la conferenza stampa sulla prefettura di Isernia e rinnova la fiducia piena a Paolo, qualsiasi cosa decida sul giro di boa.
Gli ex Idv attualizzano i contenuti del documento di sostegno che solo il capogruppo del Pd Francesco Totaro rifiutò di firmare nei giorni caldi della guerra con i parlamentari dem. A lui sono indirizzate le bordate di Cristiano Di Pietro. Accenna a “fesserie” che “qualche collega” sta dicendo sul rimpasto. “Come deve essere la giunta lo decide il presidente”. Il consigliere di San Martino in Pensilis ha chiesto l’azzeramento dell’esecutivo, riaperto il dossier quota rosa e posto il tema degli esterni. A domanda, Di Pietro jr si fa più chiaro: “Totaro si è lanciato in avanti, ma prima di proporre come dovrà essere l’esecutivo avrebbe dovuto parlarne con i colleghi, di partito e con noi alleati”.
Il quadro è chiaro. Il presidente parte domenica per gli States. “Se mi si chiederà, dirò quanto costano le missioni da quando ci siamo noi e quanto costavano prima”, preannuncia per arginare accostamenti eventuali al ‘caso Marino’. Parte. E al suo ritorno le notizie che ha dato alla sua maggioranza a mezzo stampa avranno avuto il tempo di decantare. Prima la prova sul vertice dell’Assise.
Dopo, la nomina dell’assessore. O degli assessori. O dell’assessore con rotazione di deleghe. Ipotesi giornalistiche. Frattura si limita a ricordare di non aver “visto altri al mio fianco quando si è trattato di prendersi responsabilità. Non capisco quindi le proposizioni personali”. Lima il ragionamento a margine della conferenza: la giunta va riorganizzata, “tutto questo può avvenire attraverso la nomina di un singolo assessore o attraverso una rivalutazione complessiva della giunta che però passa da una valutazione delle cose fatte e non attraverso gli umori espressi da qualcuno in maniera solitaria”. Altra puntura di spillo per il suo capogruppo.
A metà, si pensa già alla fine del mandato, fra due anni e mezzo. Così, a chi ipotizzava una rivalità fra Antonio Di Pietro e Frattura, perché l’ex pm di Mani pulite non ha escluso una sua candidatura, rispondono sia Di Pietro jr che il governatore. Il primo: “Mio padre ha ribadito nei giorni scorsi che rimaniamo saldamente accanto al presidente Frattura. E vi posso assicurare che se qualcuno avesse in mente di archiviare Paolo Frattura si troverà di fronte Antonio Di Pietro, se la dovrà vedere con lui. Siamo dell’opinione che Frattura debba essere nuovamente candidato alla carica di presidente perché sta lavorando bene”. Frattura aggiunge: “I miei rapporti con Di Pietro sono sempre stati ottimi e restano tali. Mai ha messo in discussione una mia eventuale ricandidatura. Prendo atto con piacere delle dichiarazioni di Cristiano Di Pietro che fanno chiarezza. Non siamo abituati ad ipotecare il futuro. Siamo a metà mandato, abbiamo rispettato gli impegni legati al rigore e ora possiamo presentare ai cittadini, con tutte le difficoltà, una regione credibile e affidabile, che si siede al tavolo con il governo al pari delle altre Regioni. Siamo in una fase nuova, nella quale possiamo parlare di investimenti e di crescita. Le risorse e gli strumenti ci danno la possibilità di parlare di un Molise che riparte”. Anche per via del riconoscimento dell’area di crisi: “Quando abbiamo cominciato a parlarne, qualche senatore che non ho mai visto impegnato nel dibattito a favore di questa regione, e certamente non parlo del senatore Ruta, aveva detto che mai avremmo portato a casa il risultato”, la frecciata finale. “Se a fine mandato avremo rispettato gli obiettivi – chiosa – si potrà discutere di riproposizione”.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.