Due mesi fa il ritorno in Forza Italia. Che ufficializzò un addio da tempo consumato con Alfano e l’Ncd. Ieri Silvio Berlusconi l’ha nominata commissario del partito in Molise. Dove Nunzia De Girolamo ha vissuto per tre anni – ha vinto un dottorato di ricerca all’Unimol – e ha amici. Ne conosce la storia e le storie della politica locale. Perciò la chiacchierata si conclude con una battuta ‘di chi sa’: “Da una Frattura si può guarire. Io potrei essere l’antibiotico…”.

Risponde al telefono al secondo squillo. È a Roma, in sottofondo una vocina festosa. Probabilmente è Gea, la bimba di Nunzia De Girolamo e suo marito Francesco Boccia, deputato Pd e presidente della Commissione Bilancio. Affabile, alla mano. Già proiettata nel nuovo ruolo, nella necessità di aggiungere il Molise, per fortuna a 40 chilometri da Benevento, tra le sue rotte di parlamentare e donna che ha una famiglia. De Girolamo porta nell’incarico molisano un aggancio con lo scenario nazionale. “Ringrazio Berlusconi per questa ennesima testimonianza di fiducia nei miei confronti. Sa che sono una donna che ama le sfide e le situazioni difficili”.

“Questa scelta non deve essere presa come un commissariamento tout court, una mancanza di fiducia nella classe dirigente locale. Piuttosto è un modo per capire i problemi e come risolverli attraverso chi ha una visione complessiva del partito”. Il suo, dice, è un “contributo esterno per risolvere le dinamiche e rilanciare Forza Italia in Molise. Eravamo radicati, governavamo la Regione e molti enti locali e non siamo più in quella condizione. Bisogna rimettere serenità fra chi l’ha persa”. Una visione neutra, aggiunge. “Nessuno mi potrà condizionare, parlo in nome di Berlusconi e del partito”, mette qualche utile paletto. E sgombra il campo: “Non ho interessi territoriali in Molise e lavoro molto”.

Subito dopo la nomina ha chiamato l’ex governatore Michele Iorio e l’eurodeputato Aldo Patriciello. Sono ancora loro due i pezzi forti del partito in Molise. Recente il riavvicinamento, fino a qualche mese fa erano in guerra. Le loro strade si sono divise nel 2013, quando Patriciello appoggiò apertamente il centrosinistra allargato di Frattura alle regionali. E vinse mandando a casa Iorio dopo 12 anni di governo insieme. “Li ho sentiti entrambi perché mi sembrava giusto farlo. La mia nomina arriva per migliorare le cose e non per peggiorarle. Hanno ruoli importanti, non c’è dubbio. Però ci sono anche tanti giovani, sindaci e amministratori. Il partito deve saper fare stare insieme le persone. Non posso dire che vengo e metto pace, io faccio molto ‘territorio’ e so che a volte si creano fratture sul nulla. Per cui se riesco ad abbattere qualche muro che si è creato nella classe dirigente locale sarà un grande risultato”.

Intanto Iorio e Patriciello si vedono, dialogano e costruiscono insieme la proposta per le prossime amministrative. E questo, fra il governatore Frattura e gli avversari interni alla sua coalizione qualche frizione la crea. Poi, “ognuno è artefice del suo destino”, la nota saggia del commissario De Girolamo. Certo è che se a volte le fratture interne ai partiti si creano sul nulla, in questo caso Forza Italia in Molise si è divisa per ‘Frattura’. “Ma da una Frattura si può guarire. Io – avverte l’onorevole sannita – potrei essere l’antibiotico”.

 

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