Fiducioso, ma non sicuro. Adesso lo può dire. A Roma, magari per scaramanzia e magari no, il governatore Paolo Frattura è andato pronto anche reagire all’ennesimo no se questo fosse arrivato.  A quel punto si sarebbe dimesso da commissario e avrebbe difeso da presidente della Regione il diritto del Molise a rispondere al bisogno di salute dei suoi cittadini. Invece, non c’è ancora il sì formale ai piani operativi della sanità. Ma nel commento del governatore alla riunione coi tecnici del tavolo Adduce – e nei dettagli forniti dall’ufficio stampa di Palazzo Vitale nel comunicato diramato a fine seduta – si intravede la convinzione di stare percorrendo l’ultimo miglio. Attivare il mutuo da 257 milioni e definire il piano di pagamento dei debiti, dimostrare la sostenibilità economica del piano operativo straordinario: questi gli step che Frattura ha davanti. Entro il 15 dicembre, è il timing fissato dal tavolo tecnico, la presentazione in Conferenza delle Regioni dell’accordo fra la Regione Molise e il governo nazionale per il piano di rientro.

Al summit con gli ispettori dei dicasteri della Salute e dell’Economia, Frattura e il direttore generale della Salute Marinella D’Innocenzo. È il presidente a dare conto di un “apprezzamento importante per il lavoro svolto con la proposta di riorganizzazione sanitaria, ospedaliera e territoriale. Un riscontro positivo – sottolinea nella nota istituzionale –, che ci mette nelle condizioni di lavorare sugli approfondimenti in termini di sostenibilità finanziaria che il ministero dell’Economia ci chiede. Forniremo integrazioni e chiarimenti”.  Un “plauso – aggiunge raggiunto al telefono – allo sforzo di riorganizzazione che stiamo compiendo: tre ospedali con il mantenimento delle discipline esistenti (Campobasso, Termoli e Isernia, in quest’ultimo caso c’è bisogno di dare chiarimenti a Roma sul punto nascite, ndr), Venafro e Larino riconvertiti e Agnone struttura di area disagiata”. E poi accordi di confine con Campania, Lazio e Abruzzo che nettizzano budget e posti letto del Neuromed. Oltre ad un’ottimizzazione dell’offerta della Cattolica a Campobasso che azzeri sovrapposizioni fra la sua offerta e quella del Cardarelli. È chiaro che per essere sostenibile il piano dovrà essere ‘rigido’, portando a regime le misure messe in atto in termini di recupero di risorse e abbattimento di sprechi.

Resta il dramma del personale. “Non è stato, questo, un tema affrontato al tavolo tecnico. Purtroppo in assenza dello strumento definitivamente approvato continua a valere il blocco del turnover. Oggi il governo si esprime a favore della stabilizzazione dei precari che hanno determinati requisiti, per noi il tema però non è tanto quello dei precari, ma piuttosto la possibilità di avere delle deroghe al blocco del turnover”, è la risposta di Frattura sul tema. Che mira, dunque, non a poter semplicemente prorogare i contratti ma a poter riavviare gli avvisi per selezionare e contrattualizzare il personale dando così risposte ai tanti precari del settore. “Senza personale non si possono garantire turni e discipline sul territorio. Mi auguro che questo aspetto possa essere affrontato con l’interlocutore giusto, che è il governo, entro il 31 dicembre”, conclude.

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