Sulla sanità niente scorciatoie, il confronto si tenga alla luce del sole e nelle sedi istituzionali preposte coinvolgendo gli operatori del comparto, i comuni, le confederazioni sindacali, le associazioni, i comitati spontanei, le forze sociali e gli amministratori locali. Sulla questione ho trasmesso un esposto al Ministro della Salute Renato Balduzzi, alle Commissioni d’inchiesta insediate presso la Camera dei Deputati e presso il Senato, alle Commissioni Parlamentari responsabili in materia sanitari e alla struttura commissariale. A quattro anni dal commissariamento del sistema sanitario regionale bisogna fare il punto sui risultati ottenuti, sulle spese, sul numero di posti letto tolti agli ospedali pubblici e assegnati parzialmente alle cliniche private, sulla soppressioni di servizi essenziali, sul taglio di prestazioni e sulla mancata attuazione del Piano Sanitario Regionale. Nessuno può persistere con decisioni verticistiche nella gestione di un settore così delicato per il Molise, con colpi di mano e decreti assunti senza alcun confronto pubblico, in assenza di chiarezza di bilancio, di obiettivi di razionalizzazione e di contenimento dei costi. L’Asrem fermi l’integrazione Cardarelli-Cattolica perché c’è prima da capire qual è il nuovo piano sanitario regionale, in che modo si riorganizza la sanità pubblica e quale offerta specialistica e di eccellenza è in grado di offrire la sanità privata. Con la Fondazione “Giovanni Paolo II” che è subentrata con tanti punti oscuri nella gestione della Cattolica bisognerà aprire un confronto per accertarsi se intende investire su alte professionalità, su macchinari d’avanguardia, su punte di eccellenza nella cardio-chirurgia e nell’oncologia, o se c’è un disegno molto più modesto che mira a fare cassa con operazioni immobiliari, di fitto e gestione integrata non della sanità ma delle strutture fisiche. Quanti specialisti di fama nazionale o internazionale sono in servizio alla Cattolica e siamo convinti che tutte le strumentazioni specialistiche sono in funzione o sussistono problemi? Non ci interessano operazioni del tutto estranee all’efficienza della sanità regionale già attivate in rapporti poco chiari in altre regioni italiane. Siamo convinti che nella programmazione del settore si debba partire dai diritti e dalle aspettative del malato che a nostro avviso chiede un servizio sanitario pubblico efficiente con un Cardarelli che rimane Presidio Ospedaliero Regionale di Secondo Livello ed è disponibile ad un’integrazione con le strutture private per l’alta qualità che và dimostrata con l’attività medica e non trasformandosi in agenti immobiliari.

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