Critiche al metodo. E nel merito. I sindacati marcano la distanza dal governo Frattura sulla riforma della sanità.

Ieri, durante le audizioni convocate dalla presidente della IV Commissione Nunzia Lattanzio in merito al disegno di legge sul ‘riordino dell’assetto istituzionale ed organizzativo del sistema sanitario regionale’, ha ribadito questa distanza, ad esempio, la Fp Cgil con la segretaria Susanna Pastorino. “Parto dal tempo che ci è stato concesso, cinque minuti ciascuno. Basta per salutare appena i presenti. Un modo per mettere a posto la coscienza, allora, e non per coinvolgere davvero le parti sociali”, ha detto al termine della riunione. “Credo ci sarà un aggiornamento. Noi metteremo nero su bianco tutto quello che nel merito non condividiamo di questa proposta di legge. In sintesi, mi pare un contenitore vuoto, richiamo leggi nazionali e rinvia tutto all’atto aziendale. L’Asrem, poi, viene organizzata in tre distretti. Con chi è stato deciso?”, ha rimarcato lamentando l’assenza di una preventiva consultazione da parte dell’esecutivo di Palazzo Vitale che ha approvato il ddl oggi all’esame della Commissione. “C’è carenza di assistenza territoriali, per noi della Funzione pubblica Cgil andrebbero potenziati invece i distretti. Certo, riorganizzandoli. La verità è che anche in questo impianto legislativo c’è l’impronta dell’uomo solo al comando. Ma dove va l’uomo solo al comando? E poi – ha concluso – è completamente sbagliato pensare che l’ospedale unico sia la panacea di tutti i mali. Restiamo contrari a questa pseudo-integrazione (fra Cardarelli e Fondazione Giovanni Paolo II, ndr). Non ci sono indicazioni sull’assicurazione dei Lea, sulla prevenzione zero assoluto. Non si lamentino se il popolo scende in piazza”.

Anche Carmine Vasile, segretario della Fials del Molise, si è detto insoddisfatto del disegno di legge. “Quando mi è arrivato l’invito della IV Commissione per la presentazione di una sorta di legge di riforma mi è sembrato un buon segnale. Ma dalla lettura della legge non emergono soluzioni. Non si spiega quali sono i servizi erogati e chi deve farlo, non si parla di prevenzione, del personale. Spero di sbagliarmi – ha dichiarato Vasile – ma appare come un provvedimento che deve fare da ‘ombrello’, se non da ‘cavallo di Troia’ per i piani operativi”. Un dato positivo è che il Consiglio, con una legge, si riappropria del ruolo che gli compete. Ma per Vasile le ‘luci’ finiscono qui. “Non pretendo che questo sia il piano sanitario, questo sia chiaro. Ma comunque un indirizzo puntuale, logico. Invece questo testo non legifera puntualmente come ci aspettavamo. C’è il taglio dei servizi – ha concluso – e del personale che riguarderà sia il pubblico che il privato”.

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