Al termine della riunione toni diversi fra i sindacati confederali. La pensano allo stesso modo su un punto Cgil, Cisl e Uil: la vertenza, perché è ancora tale, della filiera avicola molisana va spostata a Roma. Cisl e Uil individuano però il tavolo nazionale come luogo in cui ottenere maggiori garanzie e risorse per gestire con gli ammortizzatori ed altre misure la fase del rilancio e della ripartenza. Per la Cgil rappresenta anche la possibilità di valutare “la fattibilità del piano industriale” dell’imprenditore che si è aggiudicato il fitto dei beni e punta ad acquistarli.

Ad aggiornare i rappresentanti dei lavoratori – i confederali, le federazioni di Cgil, Cisl e Uil nonché la rsu – il governatore Paolo Frattura e l’assessore allo Sviluppo economico Carlo Veneziale. Alla riunione anche Carmela Lalli, consigliere del presidente per le questioni giuridiche che sta seguendo le vicende della ex Solagrital da quando la nuova amministrazione si è insediata, e il sindaco di Bojano Marco Di Biase.

La priorità al momento è evitare che i lavoratori della Gam vadano in mobilità. Il 5 novembre scade la cassa integrazione per i circa 290 operai e impiegati a tempo indeterminato. Questa partita si gioca a Roma. C’è la strada che le Regioni che hanno nei propri territori aree di crisi complessa insieme stanno cercando di percorrere: ottenere una proroga degli ammortizzatori per i lavoratori interessati dal default delle aziende alla base del riconoscimento di area di crisi. Di questo parleranno oggi a Roma con il ministro Poletti.

Al vertice Frattura e Veneziale. “Ci confronteremo sulla problematica del sostegno ai lavoratori per la terza volta proseguendo sul percorso già condiviso che prevede di verificare la fattibilità dell’innesto di politiche passive e politiche attive”, spiega Frattura dopo il summit di Palazzo Vitale. “Intanto – aggiunge –, il percorso dell’area di crisi complessa va avanti: da Invitalia abbiamo ricevuto il modello per le manifestazioni di interesse”. E c’è anche la strada del decreto che prevede ammortizzatori per le imprese che dismettono, il percorso seguito per lo Zuccherificio.

Passaggio dirimente, in questa fase, è il censimento dei lavoratori da ricollocare con gli strumenti dell’area di crisi. Per agevolare le procedure  delle quali sarà investito l’Inps con un accordo ad hoc, su proposta delle organizzazioni sindacali si va verso il coinvolgimento dei patronati. “Aperti anche a questa soluzione se utile a velocizzare i tempi per favorire i lavoratori”, la condivisione espressa da Frattura e Veneziale. Che parlano al termine di un “incontro costruttivo”.

“La riunione è andata abbastanza bene – commenta Gianni Notaro per la Cisl -, alle nostre richieste ci sono state aperture. Adesso bisogna velocizzare”. Un “tavolo proficuo – per Roberto D’Aloia, Uil -, la profilazione dei lavoratori è il passaggio più importante per gli assetti futuri della filiera”.

Dal presidente anche gli aggiornamenti sulla chiusura della procedura competitiva con l’offerta presentata dalla società abruzzese Dasco. “Ci ha detto che l’imprenditore appena possibile vuole incontrare il sindacato – ancora Notaro -, ma quando il quadro sarà più chiaro”. Quando sarà proprietario. E se per Cisl e Uil questo è un tema adesso in secondo piano, la Cgil invece mette anche l’interlocuzione con chi si è fatto avanti per rilevare i beni della filiera nel conto delle cose da discutere al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico. “Rispetto al fitto alla Dasco non c’è menzione delle problematiche occupazionali”, spiega Florinda Di Giacomo, segretaria della Flai Cgil. Dunque, nella Capitale bisogna discutere delle risorse per le politiche attive e passive per gli oltre 4mila addetti da ricollocare con l’area di crisi, risorse che sono in cofinanziamento, quindi anche la Regione dovrà fare la sua parte. E “valutare la fattibilità del piano industriale” dell’imprenditore Iannascoli.

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