Fedele Clemente lascia il 118. Lo ha già lasciato, in verità. Il tempo di concludere la procedura per la sostituzione e il ‘fondatore’ del servizio di emergenza in Molise passerà la mano. Ufficialmente per motivi di salute, che – contattato da Primo Piano – conferma. Ma viene anche fuori la volontà di sottrarsi ad una situazione che per lui è diventata eccessivamente stressante.

La notizia ‘esplode’ nell’estate della svolta. I piani operativi approvati da Roma, l’agenda del commissario Frattura già piena di adempimenti da portare a termine, la prospettiva di tornare ad assumere personale. Epperò, per motivi diversi, la sanità molisana perde pezzi. Proprio ora che comincia il riordino e forse non a caso.

Le voci sul passo indietro di Clemente raccontano di ragioni di salute – che il primario ha argomentato nella lettera con cui ha messo al corrente sia l’Asrem che il sistema del 118 – ma anche di una sostituzione già pronta. Sarebbe stato messo nelle condizioni di andarsene, queste le indiscrezioni. E al suo posto arriverebbe un medico calabrese, probabilmente quindi individuato dal dg dell’azienda di via Petrella Sosto e dal neo direttore amministrativo Forciniti. Entrambi calabresi. Uno spoil system deciso in via Petrella, quello che viene così raccontato negli ambienti. Ma c’è anche un altro fronte, secondo cui Clemente non se n’è andato perché in dissenso con Sosto ma con la Regione, in particolare per dissapori – insuperabili evidentemente – con la dg D’Innocenzo.

Clemente conferma la scelta di andar via. La legge però prevede che la sostituzione sia interna, solo un medico che ha lavorato con lui può prendere il suo posto. In pole position c’è la dottoressa Bruno, che come Clemente è al 118 dall’anno della sua fondazione. Soluzioni diverse – che comunque nessuno può escludere – sarebbero una forzatura. A parte questo, però, per l’ingegnere Sosto ha parole lusinghiere. Si sono capiti. “Se posso esprimere un rammarico è proprio questo – assicura -, nella nuova direzione dell’Asrem ho trovato comprensione. La scelta di andar via l’ho fatta per tutelare la mia salute e anche in considerazione di una serie di problematiche recenti”. Se il problema non è l’Asrem, allora è la Regione? “Diciamo che in alcuni casi ho avuto incomprensioni su questioni tecniche”, risponde. Con tecnici e non coi politici, dunque.

Il 118 in Molise è stato attivato il 1 novembre del 2000. Un servizio ‘nato’ con Clemente, che partecipò all’attuazione prima e poi alla realizzazione. Lo ha coordinato da allora, nel frattempo è stato anche facente funzioni al Pronto soccorso del Cardarelli. Ha vissuto l’onda lunga del commissariamento, del blocco del turn-over e del blocco degli investimenti. Un riferimento, come tutti quelli che lo diventano negli ospedali e nell’azienda sanitaria ha avuto molti amici ma si è fatto pure qualche nemico. Con il riordino, spiega, al 118 spettano maggiori competenze: la gestione dei punti di primo intervento degli ospedali di comunità di Venafro e Larino e, tra le altre cose, i trasferimenti di pazienti fra gli ospedali. Andrebbe potenziato e non pare che si vada in questa direzione con il piano operativo. E il personale non è ancora inquadrato nel servizio sanitario regionale. I medici sono stabili, ma non nella dirigenza medica.

“Ho avuto grandissime soddisfazioni – dice stilando un bilancio dei 16 anni alla guida del servizio di emergenza -. Consideri che sono stato presidente della società nazionale del sistema 118, se mi hanno scelto è perché hanno ritenuto che rappresentassi al meglio il servizio. Il personale mi ha sempre seguito alla grande e abbiamo supporti e soluzioni all’avanguardia, che spero si riescano a mantenere. Negli ultimi tempi abbiamo fatto di tutto: dagli ospedali al nostro lavoro ‘ordinario’. È chiaro che ci si aspetta un’attenzione in più e non critiche”. Non scopre eccessivamente le carte, ma ammette che si sarebbe aspettato in questi anni, dal quadro politico e tecnico chiamato a ‘governare’ e riformare la sanità “maggiore coinvolgimento e non diktat come a volte accade”. Una cosa, sottolinea, è certa: “Non farò mancare il mio supporto al servizio”.

Un capo dell’emergenza lo saprà diagnosticare: secondo Fedele Clemente il malato ‘sanità molisana’ guarirà ora che al debito pregresso è stata trovata copertura e si può avviare il riordino? “Diciamo che parliamo di una malattia complessa. Rimettere insieme le cose, al punto in cui siamo oggi, non è facile. C’è stata una decimazione di personale, di servizi, sono saltati alcuni riferimenti. Serve una buona riprogettazione. E i piani operativi, almeno stando alla versione che ho letto e sulla quale ho fatto delle osservazioni in via ufficiale, non mi sembrano molto attenti alle priorità”. Stoccata finale alla Regione, senza sbattere la porta. Non per questo non fa rumore. È solo una sensazione, ma non sembra rivolta al governatore Frattura.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.