Il tempo entro cui tirare le somme e decidere si avvicina. Settembre, ottobre: l’autunno. Stagione spartiacque per i destini del Pd per via del referendum costituzionale, ma pure per gli altri partiti e schieramenti. Entro l’autunno, nel centrodestra molisano si deciderà. Andare oltre sarebbe troppo in là. La scadenza naturale del mandato regionale è febbraio 2018, fra qualche mese non resterà che un anno davanti. E nel centrodestra le cose cominciano a muoversi. Il presidente uscente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis, per esempio, ha detto a Teleregione e Primo Piano Molise che il futuro dello schieramento non può essere l’ex governatore del Molise Michele Iorio. “Immagine diversa e uomini nuovi per recuperare credibilità”, così De Matteis.

Ha letto, presidente Iorio? Nell’intervista De Matteis è stato chiaro. Peraltro, non parla mai di giovani. Forse vuole provarci in prima persona?

“Ho letto, sì. È un’affermazione molto strana, un concetto suo. Io credo che il centrodestra debba rinnovarsi soprattutto nei metodi. Cominciare a denigrare qualcuno e fare ragionamenti ad excludendum mi sembra la strada peggiore per ritrovare l’unità. Quando parlo di unità non mi riferisco alla coalizione che c’è stata prima e che ha governato la regione, penso ad una idea civica per cambiare le cose in Molise. C’è bisogno, certo, di nuovi rappresentanti. A prescindere da chi c’è stato o non c’è stato. Quando si ha una malattia, comunque, si cerca il chirurgo migliore. Per cui la politica ha bisogno di esperienza e qualità. I ragionamenti che mirano ad escludere non interessano me né gli elettori”.

Visto da fuori, nel centrodestra si nota molto il suo attivismo e poco altro. O, comunque, il resto stenta ad affermarsi come progetto che possa diventare leadership. Cosa sarebbe nuovo allora?

“Guardi, io non sto facendo e proponendo un’operazione nostalgia. Credo che ci sia una distanza enorme soprattutto fra il centrodestra che è stato e gli elettori che, per la stragrande maggioranza, vogliono una politica nuova, una regione normale, un progetto capace di valorizzare le potenzialità di questa terra e rilanciarla, nonostante Frattura, che – ritengo – abbia rappresentato il punto più basso perché lui ha interpretato male il suo ruolo. Per cui i vecchi interpreti del centrodestra sbagliano se pensano che a tavolino si possono decidere posti e posizionamenti futuri”.

Come e dove si deciderà allora?

“Io ho provato a creare un movimento civico che potesse contenere anche esponenti di altri partiti, che condividano naturalmente l’obiettivo di creare un’alternativa di governo a Frattura, e mi pare che l’esperimento, alla prova delle elezioni di Isernia, abbia dato risultati inaspettati. Forse neanche io me li aspettavo così. Io da Isernia anni fa sono partito. Ora c’è questo movimento con persone che hanno anche rappresentatività istituzionale. Attorno a questa idea si individuerà anche il candidato presidente”.

Sarà lei?

“Io non ho fatto avance precise. A settembre, ottobre, se ci saranno riscontri e risposte sono disposto a guidare questo percorso”.

Farete anche voi le primarie, una convention?

“Parliamo di una sorta di primarie, poi la forma la vedremo. Un passaggio condiviso, comunque. La leadership non si inventa né si compra. Verificheremo. Senza ansie ma pure senza quell’atteggiamento tutto latino, quel falso moralismo per cui in tanti dicono che non si ricandideranno e poi sono puntualmente in campo. Se ci saranno risposte, non mi tiro indietro. D’altro canto, non è detto che debba essere io il presidente. Ma se invece c’è un risultato, come è avvenuto alle elezioni a Isernia, ripeto, non mi tiro indietro”.

Non mette in conto che ci sono i partiti.

“Non ho remore ad affermare che i partiti del centrodestra non esistono per come sono esistiti, sono espressione del passato. Potranno esistere in un’altra forma. Questo non è solo un problema molisano ma nazionale, naturalmente. Ma io vedo difficile che un partito in Molise indichi la leadership con primarie tradizionali, con un volontariato diffuso…”.

Senta, a Isernia sia lei che Patriciello avete sostenuto il generale d’Apollonio. Lei conta molto su quella vittoria come punto di ripartenza per la Regione. Ma pensa che l’eurodeputato lascerà Frattura?

“Sinceramente non ho particolari momenti d’ansia per sapere se sarà così o invece no. Se lui fa parte del centrodestra, come emerge dalle sue dichiarazioni, contribuirà a valutare le prospettive. Ma nessuno può porre condizioni di tipo personale. Per cui… vedremo”.

Una nuova sfida Iorio-Frattura: lei scommetterebbe sulla ricandidatura del governatore o intravede movimenti diversi nel centrosinistra?

“Beh, queste sono cose che riguardano l’altro schieramento. Frattura è un presidente uscente e quindi, nonostante i grossi problemi che ha, a mio giudizio, con l’opinione pubblica porrà la sua candidatura. Quindi, non lo escludo. Mi piacerebbe… Poi bisogna capire che peso hanno le divisioni che emergono nel Pd, mi riferisco alle posizioni di Petraroia e Scarabeo, e quelle che verranno fuori dopo la nomina del quarto assessore. Ci si può aspettare di tutto”.

3 Commenti

  1. Silvana Leccese scrive:

    Il demolitore della sanità molisana, il mentore delle politiche clientelari, l’affossatore della programmazione industriale a favore di una pletora inutile di funzionari pubblici, il “ricostruttore” post terremoto che ha dato i soldi della ricostruzione a paesi non colpiti dal sisma: e l’elenco potrebbe continuare. Mi auguro che i molisani non siano così stupidi come le volte passate. Poi e’ inutile piangersi addosso..

  2. wanderer scrive:

    …..Frattura/Iorio…, ottimo questo “scontro” per consegnare la Regione ai grillini! Perfetto. Con questi due che si scornano senza tener conto che il popolo molisano li detesta, entrambi!!!

  3. Donato Paolone scrive:

    Senza dignità. Il principale responsabile dello sfascio della nostra regione, assieme a chi lo ha votato, decide di ripresentarsi, senza faccia. Mi auguro che si vada presto non alle elezioni, bensì alla macro-regione. Poi riderà bene chi riderà ultimo…

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