Un affondo deciso sui gettoni di presenza da 400 euro che vengono erogati al Consorzio industriale Valle del Biferno, l’assenza di una pianificazione strategica per lo sviluppo e la critica a una leadership costruita a tavolino. Più interessante di una conferenza stampa ufficiale, il ‘‘‘‘‘‘‘‘fuori onda’, una sorte di confessionale, che il sindaco di Termoli Basso Antonio Di Brino ha improvvisato nel preambolo dell’incontro convocato su altri temi, ieri in municipio. “Le maggioranze non si fanno a tavolino – ha tuonato Di Brino – tanto meno le leadership. Occorre confrontarsi in maniera serena e costruttiva, mettendosi tutti in discussione, senza l’assillo dei 400 euro di gettone ad ogni incontro. Uno scempio, per chi, vedi i cassintegrati Fiat, lavorano un mese per avere lo stesso stipendio di chi si riunisce qualche ora in due volte”. “I giochi erano già fatti da tempo, e sono il frutto di una serie di aggiustamenti e interessi personali che vanno al di là di quelli collettivi, riguardano le posizioni e gli incarichi direttivi al Cosib, alla NetEnergy e all’Unione dei Comuni”. “Io voglio incidere nel Consorzio a livello di programmazione, ma di questo non si parla. Dicono di aver tagliato tutte le consulenze, ma dallo scorso anno ricorrono all’anticipazione bancaria. Quando c’era il presidente Del Torto, che avrà anche sbagliato, ma non tocca a noi giudicare, erano stati avviati numerosi e concreti progetti. Lui aveva un’idea di sviluppo, dalla ricerca al polo del freddo, ma ora è il deserto. Io non intendo avallare questo sistema, perché a Termoli sono stati offerti anche due posti nel comitato direttivo, ma a me non interessa sistemare questo o quello, c’era la disponibilità sulla presidenza a un termolese, ma anche troppi paletti, come a voler comunque imporre dall’esterno una figura che avesse solo nominalmente determinate caratteristiche. Forse ancora non si comprende chi sia Di Brino. Mi sono fatto le ossa per anni, sono arrivato a fare il sindaco, ma sono pronto ad andare a casa domattina, non faccio cose che riterrei sconvenienti per mantenere gli equilibri, amministro secondo coscienza, anche a costo di avere pericolose e pesanti ritorsioni di carattere personale. In poche parole, non me ne fotte di niente. Tiro dritto per la mia strada”.

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