Non si è fatta attendere la bordata di Danilo Leva, deputato del Pd tra i più attivi sul fronte del ‘no’, all’indirizzo di Micaela Fanelli, segretario molisano del Pd e renziana della prima ora. La richiesta, nemmeno a dirlo, è quella della dimissioni dalla segreteria del partito.

“Ha vinto il ‘no’ in maniera inequivocabile – dice Leva ricordando che non è stata una sorpresa -. Chi , come me, ha girato l’Italia ed il Molise in queste settimane sa benissimo che in quei voti ci sono tanti elettori di centrosinistra.
Ieri è naufragato il partito della nazione a cui Renzi ha dedicato il suo impegno in questi anni.Ha fallito l’idea che la politica, soprattutto a sinistra , possa essere ridotta alla sola gestione del potere. E se il Pd non riduce le diseguaglianze sociali, se non rimette al centro il lavoro e la dignità delle persone non serve a niente, anzi piuttosto viene percepito come un pezzo dell’odioso establishment”.
La situazione molisana. Ovviamente il voto nazionale ha risvolti anche locali, ricorda il deputato dem. “Ora questo vale più che mai in Molise, la mia Regione, dove si è sgretolata sotto i colpi di una reazione popolare la convinzione che un fragile filiera verticistica di comando che distribuisce risorse dalla Regione ai Sindaci sia sufficiente a costruire un progetto politico. Non viene premiata l’arroganza e i cittadini molisani ci dicono che ci vuole più umiltà. Lo schianto fragoroso del Pd molisano impone al segretario regionale di prenderne atto e di fare un passo indietro, lasciando che siano altri a ricostruire il senso di appartenenza ad una comunità politica che, altrimenti, non ritroveremo più. Bisogna ricominciare da zero: nel Pd e fuori dal Pd, anche per ricostruire un’alleanza nuova di centro-sinistra capace di guardare al futuro”.

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