Dopo i disservizi legati alla neve, il consigliere regionale Michele Petraroia ripropone la mozione che aveva giò presentato su Trenitalia e sul contratto di servizio con l’azienda.

“Dopo una serie di disservizi sulla tratta ferroviaria Campobasso – Roma, ricorsi a corse sostitutive e criticità varie, nella giornata del 13 gennaio 2017 si sono registrati ulteriori ritardi sia sul terno in arrivo da Roma (Regionale n. 2354) che sul convoglio partito da Campobasso (Regionale n. 2367) alle ore 14.17” spiega Petraroia, ricordando che la Regione ha pure impegnato oltre 90 milioni di euro per azzerare il debito che c’era con Trenitalia.

Nella mozione si chiede l’istituzione di una commissione speciale d’inchiesta che verifichi il rispetto del contratto da parte di Trenitalia e che passi al setaccio anche gli atti della Regione legati al pagamento dei debiti.

11 Commenti

  1. Silvana Leccese scrive:

    Presidente Frattura, io la sostengo perché riconosco le sue capacità rispetto a chi l’ha preceduta, tuttavia ne converrà con me che l’assessore Nagni e’, del suo entourage, il più deludente, il meno intraprendente. E’ inutile mascherarci dietro un dito: il totale nulla di fatto, l’avere i problemi di sempre dopo quattro anni di governo della regione sono un dato di fatto. Neanche un piccolo passo avanti. Le difficoltà ci sono e nessuno le nega, ma non aver progredito neanche un po’ su nessuno dei versanti e’ sinonimo di colpe eclatanti.

    • Arianna Di Biase scrive:

      Concordo al mille per mille con la signora Leccese. Si è adottata la logica del “vivi e lascia vivere”: la più sbagliata di tutte se si vuol creare ricchezza e prosperità per una comunità! E’ a dir poco vergognoso.

  2. Umberto Vinciguerra scrive:

    Viene voglia di dire che è meglio chiudere la regione e gettare la chiave. Manco da Campobasso da un po’: e’ stata ripristinata la funzionalità dell’ascensore? Dobbiamo invitare Nagni a dotarsi di una valigia piena anche solo di media grandezza, e farsi il sottopassaggio a piedi, soprattutto in salita, dopo aver vomitato per lo schifo determinato da imbrattamenti e vandalismi di ogni genere? Dobbiamo invitarlo ad un viaggio della speranza Campobasso-Roma? Utilizzare il termine rabbia in questa circostanza è sminuire le cose.

    • Arianna Di Biase scrive:

      Signor Vinciguerra, Trenitalia mi ha appena risposto dicendo che l’ascensore della stazione di Campobasso verrà forse ripristinato nella prima quindicina di febbraio, vale a dire dopo due mesi!! Un misero ascensore rimesso in funzione dopo due mesi! Se avessimo avuto persone all’altezza, che sapevano farsi rispettare dall’ente, adesso non staremmo in queste penose condizioni. Invito comunque i cittadini a parlare di meno e ad agire di più: ci sono i moduli di reclamo online per Trenitalia: se si è in tanti, si può nutrire la speranza fondata che qualcosa possa essere risolto. Io l’ho sperimentato per le tabelle orarie e per la ripulitura dei muri esterni alla stazione. Fra una dormita e l’altra di Nagni…

  3. Michele ROCCO scrive:

    Voglio ricordare che qualche decina di anni fa, i paesi che oggi vengono chiamati del “cratere sismico”, affrontavano con autobus e mezzi propri il Valico di Cerrosecco con tempi di percorrenza di circa un’ora e mezza. Come valida alternativa si poteva arrivare alla stazione di Bonefro-Santa Croce (in una ventina di minuti) e prendere il treno (ovvero la littorina) per Campobasso, con un tempo di percorrenza di 45 minuti. Con la realizzazione della Variante di Cerrosecco (Falcionina), che oggi versa in pessime condizioni, i tempi di percorrenza, in autobus, diretto per il capoluogo, si sono ridotti di una quindicina di minuti. Con il recente ammodernamento della Statale 87, nel tratto detto di Femminamorta (bivio di S Elia – bivio di Campolieto) e qualche altra variante, si può raggiungere Campobasso in meno di un’ora. Quale interesse dovrebbe avere il cittadino del “cratere sismico” a prendere un pullman che lo porti alla stazione di Bonefro, dove attendere un treno che impiega ancora 45 minuti e più per arrivare nel capoluogo? In conseguenza il servizio di autobus che porta alla stazione di Bonefro, di fatto non esiste più.
    Se si pensa, poi, ai paesi più vicini a Campobasso: Matrice, Montagano da un lato e Baranello, Guardiaregia dall’altro, quale convenienza dovrebbero avere gli abitanti di questi centri a portarsi prima nelle rispettive stazioni ed attendere un treno, che impiega più tempo di un autobus? Anche in questo caso, che io sappia, non esiste un servizio di autobus che porti alle rispettive stazioni.
    Si dovrà tornare al passato con tempi di percorrenza anacronistici, scambi e attese alle stazioni?
    Prospettiamo seriamente il futuro dei trasporti su ferro in Molise ed orientiamo gli sforzi nella direzione giusta: Roma!

  4. Dario Autieri scrive:

    Un assessore che non è stato capace di ripristinare la funzionalità dell’ascensore in un mese, che non ha restituito al decoro l’edificio in cui lavora, che non si è impuntato con Trenitalia per l’acquisto di un rompighiaccio per liberare la tratta Campobasso-Roma, che non è stato in grado di evitare la fermata a Cassino per treni già di per sé congestionati, che non ha pensato mai al raddoppio della principale arteria del Molise (chiamasi Bifernina), che tipo di assessore e’?

    • Michele ROCCO scrive:

      La stazione di Campobasso era una delle poche a disporre di un vagone turbina. Lo ricordo di colore grigio con le turbine rosse. Al tempo, il mezzo più sicuro per viaggiare era il treno. Oggi Trenitalia preferisce istituire servizi autobus sostitutivi su strade già pulite (da altri).
      Certo anche il raddoppio della Bifernina è una necessità. Con i fondi destinati all’autostrada qualcosa si poteva pur fare. E forse si potrà ancora fare, prima che vengono sperperati, ulteriormente, per ripristinare stazioni ferroviare in disuso da anni.

  5. Mariella Mastronardi scrive:

    D’accordo con il sig. Rocco, aggiungo che, stando così le cose, l’unico auspicio, che potrà portare solo vantaggi al Molise, e’ la macroregione. Non serve continuare ad aspettare che le cose cambino, l’impostazione culturale e’ quella, e purtroppo appartiene a buona parte di noi molisani. Il lasciar correre, il sottovalutare, il non avere chiaro il concetto di Bene Comune hanno portato a tutto questo.

    • Michele ROCCO scrive:

      devo convenire con lei in merito al carattere di noi molisani. Da quando è stata istituita la regione sono stati fatti grossi passi avanti. Con programmazione ed organizzazione, visto che siamo anche pochi, si potrebbero far funzionare bene i servizi . Da noi manca il confronto con le altre realtà, qui le cose arrivano per fotocopia, non nascono da esigenze specifiche del territorio. Campobasso non è una stazione di passaggio, tutto ciò che accade si ferma lì.

      • Umberto Vinciguerra scrive:

        Io invece direi che qui da noi manca lo spirito d’iniziativa, la capacità di inventarsi soluzioni in circostanze difficili, il non aspettarsi il paniere dal cielo.

  6. Michele ROCCO scrive:

    Le commissioni di inchiesta vanno anche bene per vedere quali sono gli errori e le inadempienze, ma qui occorre una commissione di vigilanza permanente (fatta da volontari, viaggiatori e tecnici del settore) ma soprattutto occorre attenzione continua per la tratta Campobasso-Roma e volontà politica di farla funzionare nel migliore dei modi. Vedere dove si verificano gli intoppi e programmare una seria azione di ammodernamento della linea. Purtroppo da noi si vanno a rispolverare vecchie stazioni in disuso per farne ostelli nel deserto. Programmazione significa guardare ai flussi di traffico dei passeggeri, ed è evidente come i flussi verso Roma e Napoli siano quelli di unica consistenza. Se c’è volontà di far funzionare il trasporto su ferro e, con la stessa volontà, di trovare i fondi necessari, è nella direzione suddetta che bisogna investire. Riattivare linee chiuse (Benevento) o spendere soldi per linee a bassissima frequenza di viaggiatori e con tempi di percorrenza anacronistici, non serve.

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